Boschi e paludi battuti palmo a palmo, cani molecolari ad annusare le tracce del fuggitivo, corpi speciali impegnati nella battuta di caccia. Eppure di Igor Vaclavic, al momento, non si sa nulla. Le ricerche sono continuate per tutta la notte per cercare di assicurare alla giustizia il 41enne che ha ucciso con un colpo d’arma da fuoco una guardia ambientale volontaria di Portoverrara e ha ferito una guardia provinciale, non in pericolo di vita. Tutto dopo essere stato fermato per un controllo di routine in un pattugliamento anti-bracconaggio, sulla provinciale Mondonuovo a Trava di Portomaggiore, in provincia di Ferrara. Impegnati nelle ricerche ancora in corso carabinieri, polizia e reparti speciali. Vaclavic è ricercato anche per l’omicidio del barista Davide Fabbri, avvenuto una settimana fa a Riccardina di Budrio. Il latitante ha con sé almeno due pistole: ieri ha sparato e ucciso la guardia volontaria Valerio Verri con una calibro 9×21, poi è fuggito prendendo con sé un’altra pistola, l’arma dell’agente di polizia provinciale rimasto ferito, Marco Ravaglia.

Via Spina a Molinella, dove ieri sera il fuggitivo ha abbandonato il Fiorino rubato per sottrarsi all’arresto scappando nei campi, è in linea d’aria molto vicino a Consandolo, dove la sera del 29 marzo una guardia giurata era stata rapinata della pistola. Per questo si pensa che la zona palustre a cavallo tra le province di Bologna e Ferrara sia la ‘base’ di Igor Vaclavic. Il latitante potrebbe cioè avere una sorta di covo nella palude, all’interno delle oasi naturalistiche di Marmorta e Campotto, dove potrebbe essere rimasto nascosto in questi giorni e dove forse stava facendo ritorno ieri sera, quando è stato intercettato da una pattuglia dei Carabinieri.

Le ricerche sono effettuate anche grazie ai cani molecolari, utilizzati per annusare il Fiorino abbandonato e nella speranza di individuare una scia nelle campagne dove il latitante si è dato alla fuga. Intanto il furgoncino, rubato ieri sempre a Molinella, viene scandagliato con l’obiettivo di repertare materiale organico o impronte digitali. Nella notte si è alzato in volo anche uno speciale elicottero con i visori notturni, che dall’alto ha ispezionato la zona tra le province di Bologna, Ferrara e Ravenna dove Vaclavic dovrebbe nascondersi. Accertamenti in corso anche a Bologna, dove un paio di giorni fa sono stati trovati due fucili da caccia ben nascosti in un casolare nel territorio di Ozzano, un comune a est del capoluogo e ad una trentina di chilometri dalla zona di Molinella. Gli investigatori non escludono che anche queste armi potessero essere a disposizione del killer.

L’omicida ha sparato cinque colpi, tre per ferire la guardia provinciale Marco Ravaglia, 53 anni, mentre due hanno ucciso Valerio Verri, 62 anni, volontario. Secondo una ricostruzione la pattuglia ha accostato per fermare il Fiorino bianco durante un perlustramento anti-bracconaggio sulla provinciale Mondonuovo a Trava di Portomaggiore, nel Ferrarese, verso le 18.40. Il killer avrebbe sparato con una pistola, forse la calibro 9×21 già usata per il delitto di Budrio, prima colpendo Ravaglia che si trovava al posto di guida. Poi Verri sarebbe uscito per accennare una reazione ed è stato raggiunto da due colpi. Il ricercato è poi fuggito in direzione Comacchio e più tardi è stato intercettato dai Carabinieri nelle campagne di Molinella, nel Bolognese. Qui si è dileguato per i campi, abbandonando il Fiorino bianco rubato che stava guidando. Non c’è stato conflitto a fuoco.

“È una questione logica, ma non abbiamo elementi, e il soggetto continua a essere un ignoto a tutti gli effetti. È un ignoto identificato con un profilo di Dna, appena avremo un riscontro su ciò che abbiamo trovato gli daremo una identità , ora l’importante è prenderlo“. Parola di Marco Forte, sostituto procuratore di Bologna, a Sky Tg 24, riferendosi al collegamento tra quanto accaduto ieri e l’omicidio del barista Davide Fabbri, avvenuto una settimana fa a Riccardina di Budrio. La spiegazione di come sta avvenendo la caccia all’uomo è stata data da Andrea Desideri, del comando provinciale dei carabinieri di Ferrara: “L’obiettivo è prendere” il killer “e abbiamo disposto nella immediatezza dei fatti l’impiego simultaneo del primo reggimento dei paracadutisti Tuscania, dello squadrone eliportato da Vibo Valentia, e di 24 unità del gruppo intervento speciale per agire dall’aria e da terra con tiratori scelti per eventuali situazioni risolutive. Sono in atto controlli del territorio fra la provincia di Bologna e Ferrara con un impiego di 150 carabinieri per turno”. La cattura è vicina? “Siamo abbastanza fiduciosi – ha continuato Desideri – continuiamo a battere le province di Bologna e Ferrara. Usiamo anche elicotteri per il volo notturno, come già fatto stanotte, con la collaborazione della aeronautica militare: c’è stato un pattugliamento notturno per 4 ore e mezza”. “Potrebbe avere più di un covo. Seguiamo ogni pista possibile e immaginabile, d’intesa con l’autorità giudiziaria” ha continuato Desideri.

Al momento il fascicolo aperto dalla procura di Ferrara per omicidio e tentato omicidio è ancora contro ignoti. Non ci sono infatti certezze probatorie che il responsabile sia Igor Vaclavic.
Ora, in Procura (le indagini sono state coordinate fino a tarda notte dal pm di turno Ciro Alberto Savino) si attende che l’agente ferito venga stabilizzato – è in coma farmacologico – e possa riferire cosa è successo e riconoscere, eventualmente, dalle foto segnaletiche l’autore dell’agguato. Non viene confermata la circostanza che Ravaglia abbia riferito di aver riconosciuto in Igor Vaclavic la persona che ha sparato. Se anche avesse fatto il nome di Igor, seppur in momenti concitati, spiegano gli inquirenti, il fascicolo sarebbe già rubricato contro ‘noti’. Ravaglia si trova ricoverato in prognosi riservata all’ospedale Bufalini di Cesena, è stato sottoposto ad un intervento chirurgico durante il quale i medici hanno estratto un primo proiettile, mentre nelle prossime ore verrà sottoposto ad un’altra operazione. Sono stati repertati i proiettili che hanno dato indicazione sul calibro 9×21, uno dei più comuni per le pistole in circolazione e in dotazione alle forze dell’ordine.

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