La risposta dell’amministrazione è ferma e intransigente. Fare chiarezza. Non c’è nulla da nascondere. Occorre snocciolare le cifre di una svolta. Per chi non se ne fosse accorto è una vera rivoluzione. Nello spazio affissioni riservato al Comune, i manifesti a colori, rivolgono una domanda: “Chi sono i responsabili della cementificazione?” Ecco nomi, cognomi e numeri. Tra loro però compare anche l’attuale sindaco di Volla, ideatore dell’operazione verità che, come i suoi predecessori, non si è risparmiato: in poco meno di nove mesi di mandato ha elargito come amministrazione ben 72 concessioni edilizie, rigorosamente in deroga agli strumenti urbanistici.

Complessivamente, in sei anni, dal 2011 a 2017, sono state autorizzate e distribuite 685 nuove licenze edilizie. Un record da Guinness dei primati negativi. Senza contare gli anni precedenti e lo scioglimento nel 2004 del Consiglio comunale perché la camorra aveva rivolto le proprie mire criminali al settore dell’edilizia privata. Volla, piccolo Comune alle falde del Vesuvio e non distante da Napoli: è la Disneyland del mattone selvaggio. Una fiorente industria dove il calcestruzzo abbonda e rappresenta solo l’ultimo anello di una complessa catena di montaggio. Comitati d’affari dove politica, amministrazione, costruttori, imprenditori e speculatori vivono in amorosi sensi.

Occorre dare a Cesare ciò che è di Cesare: il giovane sindaco, rispetto al passato, è “concentrato nella riqualificazione del territorio – si legge sempre nel manifesto affisso – e dotazione di servizi essenziali dimenticati da chi in questi anni ha permesso tutto ciò”. La colpa è sempre di qualcun altro, ma la presa di posizione del primo cittadino di Volla è doverosa al fine di stoppare sul nascere il lavoro diffamatorio del cronista. Un bieco tentativo di infangare il buon nome del Comune in cui l’amministrazione si riserva immediatamente di prendere provvedimenti al riguardo.

C’è da aggiungere che “a Volla è possibile edificare di più rispetto agli altri paesi – giura il sindaco – per l’assenza di un nuovo Piano urbanistico comunale, il Puc, (promesso per anni dalla vecchia politica) e da una normativa edilizia nazionale che i privati stanno applicando”. Insomma, è come dire : si agisce rispettando la legalità formale però nei fatti si vive nell’illegalità sostanziale, ma rigorosamente legale.

Al Comune di Volla così fan tutti. Basta addentrarsi in via Aldo Moro per constatare l’andazzo. C’è chi entra, chi esce, chi porta carte, chi è appostato davanti l’uscio dell’ufficio, chi offre i caffè. C’è tanta bella gente affaccendata in faccende. Del resto il Municipio è la casa di tutti. Qui sono soprattutto graditi costruttori, pseudo tali o apprendisti di qualcosa.

A Volla, accadono i miracoli. Se, ad esempio, si trascorre la giornata a far girare i pollici appollaiati su qualche sedia degli oltre 40 bar che popolano la ridente cittadina, ci si può trovare per ‘intercessione celestiale’ titolare di una società di edilizia o di un’agenzia immobiliare con soldi cash da investire per l’acquisto di lotti di terreno a scopo edificatorio.

Sgombriamo il campo dalle insinuazioni e chiariamo: a Volla non c’è spazio per l’edilizia popolare. Qui c’è il lusso ed extra lusso. Villette e appartamenti da sogno. Una bolla edilizia da far saltare il mercato e far sospendere, in alcuni casi, le vendite per eccesso di ribasso. Ma se sei un privato, tutto cambia.

Se legittimamente ci si vuole costruire una casarella oppure effettuare un ampliamento per necessità, meglio non perdere tempo. E’ consuetudine, tradizione degli uffici, con la benedizione della politica, rilasciare permessi a costruire solo a favore di società, imprenditori e cooperative. Ci sarà sempre un cavillo, una forma di limitazione legale, un articolo nascosto, una lungaggine amministrativa, una famigerata ‘zona bianca’, un parere sfavorevole per opporre un definitivo ‘niet’ però trattabile e costringere o indurre l’interessato a desistere o meglio svendere i propri terreni a qualche cooperativa. Se però resisti, combatti e addirittura vuoi vedere rispettati i tuoi diritti c’è un amico dell’amico che consiglia: “Non perdere tempo…’o progetto è nel cassetto…ti fai il sangue amaro…si prendono collera…”.

A Volla funziona, così. Certo l’amministrazione non c’entra nulla. Il Puc è solo fermo al 2012 e non si capisce o meglio si capisce perché la procedura si sia incagliata. Se fosse vigente sparirebbero i soliti ordini del giorno da approvare in deroga agli strumenti urbanistici e non esisterebbe l’oscura discrezionalità ‘politica’ dei tecnici. Eppure è curioso come nelle numerose deliberazioni del Consiglio comunale non scatti mai il piano di salvaguardia approvato con delibera n° 38 del 15 luglio 2009 e posto a tutela proprio del nuovo Puc in attesa della sua approvazione definitiva.

Il Puc poteva diventare una priorità della nuova amministrazione, il primo punto dell’agenda di governo. Così non è stato fino ad ora. Ciò che impressiona è il piglio sicuro dei costruttori o pseudo tali di trovare sempre porte girevoli in determinati uffici di via Aldo Moro. Addirittura accade che nella compravendita di lotti terreni da privati, l’imprenditore di turno nel contratto preliminare inserisca specifici articoli dove nero su bianco si dice : “Il presente contratto preliminare è sottoposto alla condizione risolutiva che entro e non oltre la data del rogito definitivo il Comune abbia negato ovvero ancora non approvato il Permesso di Costruire richiesto; che qualora si verificasse l’evento di ottenere il provvedimento comunale richiesto, la somma sarà trattenuta dal venditore a titolo di risarcimento…”. A Volla è un pericolo scongiurato, il ‘qualora’ non esiste.

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