Spunta la Consip nell’inchiesta sulle tangenti all’ospedale pediatrico Santobono di Napoli, culminata ieri in dieci misure cautelari e un’accusa, da verificare, “sul sistema del 2% di mazzetta”. Una tangente fissa su ogni appalto che secondo l’imprenditore Pietro Coci sarebbe la prassi di Manutencoop, il colosso delle coop emiliane specializzato nei servizi di pulizia e manutenzione, ed aggiudicatario di diverse gare bandite dalla Consip. Il 19 maggio 2016 Pietro Coci, imprenditore napoletano associato con Manutencoop per l’appalto delle pulizie del Santobono, sul quale furono promesse 200mila euro di tangenti, si presenta davanti al pm di Napoli Henry John Woodcock. Vuole collaborare. Vuole raccontare un sistema di mazzette e di collusioni.

E vuole parlare anche di 13 lotti messi a gara dalla Consip. È una parte del maxi appalto finito sotto inchiesta per le presunte corruzioni dell’imprenditore napoletano Alfredo Romeo o si tratta di altro? Il verbale viene omissato ed è ancora ignoto cosa Coci sappia, e se sappia qualcosa, della gara e delle pressioni che ruotarono intorno ad essa. Una inchiesta che sta facendo tremare il Giglio Magico per le sue ripercussioni nel mondo degli amici di Matteo Renzi, papà Tiziano compreso, indagato per traffico d’influenze, mentre il ministro Luca Lotti e il comandante generale dei Carabinieri, Tullio Del Sette, sono indagati per rivelazione del segreto d’ufficio. Numerosi spifferi, infatti, misero in guardia i vertici Consip che arrivarono a scoprire e rimuovere i microfoni dai loro uffici, compromettendo le indagini del pm Woodcock, poi trasferite per competenza alla procura di Roma.

Il verbale di Coci è omissato anche nella parte in cui l’imprenditore partner di Manutencoop parla di tangenti ai militari del gruppo verifiche della Guardia di Finanza, e ipotesi di voto di scambio con politici e amministratori. Le dodici pagine vengono abbondantemente sbianchettate e agli atti dell’inchiesta su Manutencoop e Santobono finiscono solo le dichiarazioni sulle presunte tangenti nell’ospedale pediatrico e nell’Adisu, l’azienda per il diritto allo studio. Ma Coci è un fiume in piena, viene sentito il 26 maggio, il 6 giugno e poi riconvocato più volte. Questa parte delle indagini viene trasferita dalla squadra mobile al nucleo tributario della Guardia di Finanza di Napoli. È il corpo di polizia giudiziaria che da mesi sta facendo le pulci alla gara Consip da 2 miliardi e 700 milioni di euro, il più grande appalto pubblico d’Europa. Romeo si è aggiudicato tre lotti, tra i più sostanziosi, e Manutencoop altri quattro lotti.

Le assegnazioni sono ancora in forse perché l’ad di Consip, Luigi Marroni, ha chiesto all’Anac di Raffaele Cantone un parere sull’aggiudicazione definitiva alla luce dell’arresto di Romeo e di una recente sanzione dell’Antitrust contro Manutencoop. Cantone ha rimandato la palla nell’altro campo, mettendo nero su bianco che deve essere Consip a valutare la gravità delle situazioni e a decidere se confermare o meno le aggiudicazioni al Gruppo Romeo e a Manutencoop. Quest’ultima è stata punita dall’Antitrust con una multa da 48 milioni e per aver fatto ‘cartello’ nell’aggiudicarsi un altro appalto bandito dalla centrale acquisti della pubblica amministrazione,  il cosiddetto “Belle Scuole” del 2012. Una gara Consip del valore di un miliardo e 600 milioni di euro suddivisa in 13 lotti.

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