Televisione

Report, bene la prima puntata con Sigfrido Ranucci: 7,13% di share. E l’inchiesta di Iovene ci mostra ‘l’altra faccia dei ristoranti stellati’

"Qui a RaiTre siamo molto molto contenti dell'ottima partenza", ha twittato Daria Bignardi. E Ranucci sembra aver imparato bene dalla collega (e amica) Milena. La sua è una conduzione asciutta, colloquiale quanto basta, proprio in pieno stile Gabanelli. Ma il merito di questo primo punto portato a casa con successo va anche e soprattutto alle inchieste, da sempre il vero motore di Report. Ad aprire è Bernardo Iovene con vero e proprio viaggio nel mondo dei grandi chef. Poesia? Non proprio

di Claudia Rossi

Report, anno 2017. Alla conduzione Sigfrido Ranucci, fido collaboratore dell’ex Milena Gabanelli. A chi pensava che la perdita della storica padrona di casa sarebbe costata cara alla trasmissione di RaiTre toccherà ricredersi: il debutto stagionale è buono, con uno share del 7,13% per 1.884.000 spettatori. Niente male, se si pensa l’ammiraglia Rai aveva messo in campo il fuoriclasse Montalbano: una replica, certo, ma il commissario non tradisce mai quando si tratta di numeri, nemmeno alla decima messa in onda.

“Qui a RaiTre siamo molto molto contenti dell’ottima partenza di Report”, ha twittato Daria Bignardi. Soddisfazione, anche perché Ranucci sembra aver imparato bene dalla collega Milena. La sua è una conduzione asciutta, colloquiale quanto basta, proprio in pieno stile Gabanelli. Ma il merito di questo primo punto portato a casa con successo va anche e soprattutto alle inchieste, da sempre il vero motore di Report. Ad aprire è Bernardo Iovene, con un viaggio Sotto le stelle. Poesia? Niente affatto. Anzi, lo spaccato sul mondo dei ristoranti stellati, perché di stelle Michelin si parla, è decisamente poco lirico. “Bastianich non ha la stella ma il ristorante qui a Milano che ha aperto insieme a Belen è un posto tremendo“: a parlare così è Valerio Visentin, una sorta di Highlander della critica gastronomica, l’ultimo giornalista che si presenta nei ristoranti con il volto coperto così da evitare trattamenti di favore. “Cracco? Da lui non ho mai mangiato all’altezza del conto”, aggiunge.

Facile, no? Lo chef cucina, il critico dice la sua, il cliente sceglie magari avvalendosi di articoli e guide redatte con competenza e professionalità. Peccato che le cose, stando al servizio di Report,  non funzionino proprio così. Tra i principali attori in scena, per esempio, ci sono gli sponsor: sono loro a controllare la stragrande maggioranza dei premi importanti, e non solo. Avete mai cenato in un ristorante stellato che non avesse San Pellegrino e Acqua Panna sul tavolo? Probabilmente no. Anche perché, se non disseti i tuoi clienti con le acque Nestlè difficilmente ti imponi nel giro giusto. Mettere insieme giornalisti amici, sponsor, produttori e responsabili delle guide: è questa una parte consistente del lavoro dei grandi chef. E il giro d’affari è enorme: i 334 ristoranti stellati italiani fatturano 260 milioni di euro. Ranucci offre una panoramica, completa di cifre, sui guadagni degli chef più noti, da Carlo Cracco con il suo giro di consulenze per più di un milione di euro, ai 474mila euro resi a Massimo Bottura da La Franceschetta, un’impresa con la quale lo chef distribuisce prodotti precotti e surgelati. Una torta ricca, quella del settore grandi ristoranti. Ce ne sarà per tutti? No. Giovani stagisti pagati in “quello che lo chef trasmette loro”, doppi turni estenuanti, nessuna tutela sindacale. L’altra faccia delle stelle Michelin non è poi così brillante. Vedere Report per credere.

E dopo un servizio di apertura capace di mettere insieme un argomento trasversale con il capillare lavoro d’inchiesta al quale il programma di RaiTre ci ha abituato, Giulio Valesini mostra le disfunzioni gestionali del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Un miliardo e duecento milioni di euro, questo il bugdet del Cnr. Come viene gestito? Richiesta di finanziamenti con firme false, progetti di ricerca inesistenti, acquisti fatti all’insaputa dei ricercatori responsabili dei progetti.

“Sono attaccata a questo programma come un animale selvatico: guai a chi me lo tocca! Per tutto quel che non si vede, per la purezza con cui i miei colleghi fanno questo mestiere, per i rischi che si prendono, per la capacità di fare squadra e di riderci su, anche quando ogni cosa cospira contro. C’è ancora, in tutte le professioni, una razza umana che fa bene il lavoro per cui è pagata, per semplice senso del dovere. È grazie a loro se siamo un po’ più liberi e ogni mattina il Paese si rimette in moto… nonostante tutto”: così Milena Gabanelli in un messaggio di ‘in bocca al lupo’ ai colleghi, prima del debutto. E c’è da darle ragione.

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