Il faccia a faccia era nell’aria. Non sporca come le ultime mosse di Trump lascerebbero intendere, bensì limpida come pretende il Carb (California Air Resources Board), che ha lanciato il guanto di sfida: la California manterrà i limiti alle emissioni nocive fissati nel 2012 durante l’amministrazione Obama. Infischiandosene, sostanzialmente, dei favori che il neo presidente americano ha recentemente accordato ai rappresentanti delle case automobilistiche, capitanati dalle Big Three di Detroit.

Favori che si sintetizzano nella promessa fatta dal tycoon di rivedere i limiti di cui sopra per il 2022-2025 stabiliti dall’Epa (l’ente nazionale per la protezione ambientale), considerati troppo stringenti e poco vantaggiosi in termini economici per chi fabbrica auto. Una revisione affidata al “braccio armato” di Scott Pruitt, il negazionista dei cambiamenti climatici piazzato da Trump proprio a capo dell’Epa per normalizzare una situazione regolamentare da lui stesso definita “fuori controllo”. Pure ricorrendo a sostanziosi tagli (fino al 25%) al budget dell’agenzia.

Ma lo stato della California, come detto, resiste. E per bocca del numero uno del Carb, Mary Nichols, fa sapere di voler tirare dritto per la sua strada. Fedele alla tradizionale indipendenza nei confronti dell’amministrazione centrale in tema di politica ambientale. I motivi? Quello fondamentale è che rivedere il tetto già indicato significherebbe pregiudicare l’obbiettivo finale del 2030, ovvero  abbassare del 40% le emissioni rispetto ai livelli registrati nel 1990.

Sarà guerra dunque? Dal quartier generale del Carb a Sacramento i toni sono concilianti: “nessuna provocazione o sfida al governo nazionale”, ha spiegato la Nichols, “abbiamo sempre avuto un buon rapporto con l’Epa, dunque non mi aspetto una guerra in California”. Pronta invece alla contrapposizione la squadra presidenziale, con Scott Pruitt che ha anche evocato lo spettro del ritiro del waiver alla California: in sostanza, l’autorizzazione che l’Epa deve rilasciare alla California affinché possa adottare propri standard sulle emissioni, come stabilito dal Clean Air Act. “Una cosa che non mi ha fatto per nulla piacere“, ha commentato la Nichols.

Il muro contro muro sembra inevitabile, ma conviene? La California è lo stato d’America dove si vendono più auto. La sua attenzione per la politica ambientale è rinomata (si veda ad esempio la quantità di ibride ed elettriche che vi circolano) e presa a modello anche legislativo da almeno una dozzina di altri stati. E da cinquant’anni i suoi standard sulle emissioni sono considerati addirittura superiori a quelli dell’Epa, al punto che gli stessi costruttori pare abbiamo chiesto a Trump di non proseguire nella contrapposizione e lasciare autonomia alla California. Che gli dia ascolto, non è per nulla garantito.

TRUMP POWER

di Furio Colombo 12€ Acquista
Articolo Precedente

Google Street View, le auto “impiccione” ora scoveranno anche le fughe di gas

next
Articolo Successivo

Volvo, Samuelsson: “nel 2019 la nostra prima auto elettrica, ma niente idrogeno”

next