Al fine di consolidare e strutturare la politica di ricerca europea, la Commissione ha istituito nel 2000 lo Spazio Europeo della Ricerca (Era) come perno centrale della futura azione comunitaria in questo settore. Le Marie Sklodowska-Curie Actions (Msca) hanno svolto un ruolo centrale per lo sviluppo di questo spazio unico e aperto al mondo, in cui la conoscenza scientifica, la tecnologia e i ricercatori possono muoversi liberamente. Dedicate alla scienziata franco-polacca vincitrice di due premi Nobel e conosciuta per il suo lavoro sulla radioattività, le azioni Msca fanno parte del pilastro “Eccellenza Scientifica” del Programma Quadro Horizon 2020 e sono destinate ai ricercatori più promettenti. La selezione avviene attraverso un rigoroso processo di valutazione internazionale da parte di arbitri imparziali sulla base del curriculum e dell’eccellenza del progetto di ricerca.

Attraverso le generose sovvenzioni l’Europa investe sui migliori ricercatori, non soltanto europei, che hanno l’opportunità di svolgere un’esperienza all’estero e nel settore privato e di ampliare la loro formazione con altre competenze o discipline utili allo sviluppo della carriera. Per la loro attività i vincitori possono scegliere non soltanto le migliori istituzioni europee, ma anche prestigiosi enti di ricerca fuori dall’Europa per acquisire nuove conoscenze che i ricercatori potranno poi trasferire nei paesi della Comunità Europea una volta rientrati negli istituti di provenienza. Pur con le diverse caratteristiche e finalità, le Msca hanno lo scopo sia di favorire lo scambio di conoscenze attraverso la cooperazione transfrontaliera e la mobilità intersettoriale dei ricercatori sia di migliorare lo sviluppo delle conoscenze scientifiche e del progresso tecnologico, potenziando la competitività dell’Europa.

A vent’anni dalla nascita delle Msca sono 100.000 i ricercatori che hanno usufruito di questo programma europeo. Anche dopo la conclusione dei loro progetti i Marie Curie Researchers possono promuovere e valorizzare il loro pieno potenziale attraverso la partecipazione alla Marie Curie Alumni Association, la comunità internazionale con sede a Brussels, che mira a favorire non soltanto gli scambi scientifici e la creazione di nuove reti di ricerca, ma anche lo sviluppo della carriera di una nuova generazione di ricercatori e di ricercatrici, queste ultime purtroppo ancora penalizzate rispetto ai colleghi maschi. Fanno parte della Marie Curie Alumni Association 8736 ricercatori provenienti da tutto il mondo. È interessante osservare che con ben 1304 membri (22%) la maggior rappresentanza è italiana. Tra questi, soltanto 311 ricercatori (9,1%) lavorano o sono rimasti in Italia: il dato conferma che con le loro ricerche gli italiani sono “bravi” ad attrarre fondi, ma scelgono di portarli da un’altra parte.

Ogni anno la Marie Curie Alumni Association si incontra in uno dei paesi membri dell’Unione. La General Assembly e l’Annual Conference, che nel 2016 sono state ospitate in Italia dall’Università Ca’ Foscari di Venezia (nella foto), oltre ad essere preziose occasioni di scambio sul futuro della ricerca in Europa, sono anche occasione per i Marie Curie Researchers di presentare le loro attività ad una comunità di ricercatori internazionale e di conoscere gli studi più avanzati in tutti i campi del sapere. Quest’anno l’appuntamento si svolgerà il 24 e il 25 marzo nell’Università di Salamanca in Spagna: sono attesi ricercatori da tutti i continenti.

In un momento in cui i valori, i fondamenti e perfino le motivazioni che hanno portato alla creazione dell’Unione Europea vengono messi in discussione e minacciati dalle spinte nazionalistiche l’Europa della ricerca è una delle espressioni più concrete ed una delle realtà più promettenti per il futuro del vecchio continente.

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