I parlamentari al lavoro per scrivere il programma e capire quali sono le caselle da riempire nei vari ministeri; i tecnici osservano, fanno telefonate e chiedono incontri per far sapere di essere disponibili a dare una mano. Il clima nel Movimento 5 stelle è già quello da vigilia delle elezioni: i meetup si riattivano, i vertici pensano a come migliorare la selezione per le candidature e soprattutto a come circondarsi di nomi di qualità. Insomma oltre le liti interne c’è vita. Sotto la regia di Davide Casaleggio e Beppe Grillo, entrambi in spedizione a Roma periodicamente per tenere sotto controllo le attività, i grillini sono al lavoro per preparare la campagna elettorale. Il M5s guarda ai sondaggi con un misto di terrore ed euforia e sa che il vero problema è farsi trovare pronto. E un po’ meglio organizzato. Per questo da mesi – e come raccontato a novembre da Paola Zanca su il Fatto Quotidiano – i parlamentari 5 stelle stanno lavorando alla stesura del programma di governo, ma anche studiando il funzionamento dei ministeri. L’obiettivo è capire di quante persone e con che tipo di competenze hanno bisogno: sulla carta si tratterebbe di un migliaio di tecnici che dovrebbero essere messi all’interno delle istituzioni. Ma non solo: sui territori, raccontano fonti interne del Movimento, sono sempre di più i contatti di tecnici ed esperti che intendono dare il loro contributo al Movimento. Il caso Genova, con il voto delle Comunarie annullato a urne chiuse, proprio non ci voleva: dentro il Movimento sono tutti consapevoli che il problema della litigiosità interna è serio e non è il momento di sbagliare. “Dobbiamo fare in modo che casi simili non succedano mai più”, dicono. Ed ecco perché stanno pensando di studiare nuovi filtri e metodi di selezione più avanzati.

Da qualsiasi punto lo si guardi, il problema resta quello della selezione della classe dirigente. Come già detto in passato, il primo passo a cui stanno lavorando è quello di avere una specie di mappa dei ministeri e dei vari uffici. Ovvero si tratta di capire come funzionano le stanze del potere e di quali volti ci sarebbe bisogno in caso di vittoria alle elezioni. I parlamentari e gli eurodeputati hanno quindi formato dei gruppi di lavoro che si muovono tra Roma e Bruxelles e che corrispondono, spiegano, grossomodo ai singoli ministeri. In totale servono un migliaio di tecnici e quello che stanno cercando di fare è avere una lista pronta di nominativi da consultare o a cui chiedere direttamente un impegno.

Il modello, dicono tra le righe, è un po’ quello della giunta Appendino: la sindaca di Torino, dopo l’elezione aveva già la squadra pronta e ha potuto iniziare senza particolari scossoni. Al contrario il fantasma da evitare è quello del caso Roma, dove dimissioni e impreparazione hanno dominato i primi mesi della collega Raggi. Tutte esperienze da cui imparare e che potrebbero servire in caso di elezione. Non c’è da dimenticare infine che i grillini stanno organizzando eventi tematici: uno dei primi è stato quello sul lavoro con il sociologo Domenico De Masi; solo ieri si sono trovati alla Camere per parlare di uno dei loro argomenti di battaglia, ovvero l’acqua pubblica. Non è escluso che già nelle prossime settimane ci siano delle tavole rotonde su argomenti specifici, probabilmente a Milano. Non da ultimo ci sono i contatti con l’estero, con spedizioni organizzate (l’ultima ad esempio in Venezuela) per incontrare altri gruppi politici ed elettori.

Quello che raccontano è che, nonostante la figuraccia di Genova e le problematiche di Roma, i movimenti non sono a senso unico. Mentre parlamentari e staff sono al lavoro, concentrati sul far fruttare contatti e conoscenze raccolti in questi anni, ci sono tecnici che si offrono per poter partecipare. Sono manager, ma anche professori ed esperti (dalla finanza all’ambiente) che si dicono disponibili a far parte del progetto. Le modalità sono diverse, ma c’è la sensazione che nel Movimento potrebbero avere spazio e sono loro i primi a interessarsi. “Nei Meetup e sul territorio il clima è proprio pre elettorale”, dicono dal M5s. “C’è molta effervescenza e anche qualche operazione sospetta. Facce che non si vedono da tanto e che ricompaiono all’improvviso, ad esempio. Noi vogliamo cercare di valorizzare i personaggi di qualità”. Non è un caso che Grillo, insieme ai più fedeli, stia pensando a nuovi metodi per la selezione delle candidature e per riordinare i gruppi di partecipazione a livello locale. Perché la macchina deve essere più strutturata e dare più garanzie per evitare le figuracce a posteriori, è il concetto. Resta sempre la solita perplessità: quanti e quali limiti inserire? E il Movimento come reagirà? La campagna elettorale sarà ancora una volta decisiva per l’identità stessa del M5s.

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