Ankara torna a caricare Berlino a testa bassa e minaccia alcuni cittadini con doppia cittadinanza danese-turca accusati di “alto tradimento”. In un intervento tenuto a Istanbul per le commemorazioni del 102° anniversario della campagna di Gallipoli nella Prima Guerra mondiale, Recep Tayyip Erdogan ha accusato ancora una volta Angela Merkel di sostenere i terroristi, riferendosi al caso del giornalista turco-tedesco della Die Welt, Deniz Yucel, in carcere in Turchia. “Grazie a Dio è stato arrestato – ha detto il presidente turco, rivolgendosi alla cancelliera – e tu ci stai chiedendo indietro un agente terrorista“, che sarà processato da un sistema giudiziario “indipendente“.

Quello che sarebbe dovuto essere un evento commemorativo si è trasformato in un vero e proprio comizio politico per il leader di Ankara in previsione del referendum costituzionale del 16 aprile, che ha definito una “riforma storica“. Un palco che Erdogan ha utilizzato per ribadire le accuse già lanciate nei giorni scorsi: “Contro i miei concittadini turchi in Germania e i miei ministri, tu stai usando metodi nazisti“, ha detto, rivolgendosi ancora alla Merkel e riferendosi al divieto di tenere in Germania comizi a favore del ‘sì’ per il referendum che nelle intenzioni del presidente dovrebbe mettere il sigillo definitivo sulla riforma presidenzialista approvata il 21 gennaio. Solo pochi giorni fa, un giornale turco aveva mostrato la cancelliera Merkel vestita con l’uniforme nazista di Adolf Hitler. In precedenza il portavoce del presidente, Kalim Ibrahim, aveva parlato di un aumento della “Turquiafobia” per spiegare le risposte di alcuni paesi dell’Unione europea, tra cui Germania e Paesi Bassi, alle decisioni Ankara. Kalim ha anche parlato della possibilità che il presidente Erdogan possa essere presente in un incontro pubblico che dovrebbe tenuto in Germania, in preparazione del referendum.

Fin qui, le accuse. Ma Ankara si è mossa anche sotto il profilo diplomatico, convocando l’ambasciatore tedesco in merito alla manifestazione in cui 30mila curdi sabato sono scesi in strada a Francoforte per dire no al referendum e in cui sono state sventolate bandiere del Pkk e cartelli con la fotografia dello storico leader Abdullah Öcalan. “La Germania ha messo il suo nome in nuovo scandalo“, ha detto Kalim, ricordando che il Pkk è un “gruppo terrorista separatista”. La polizia ha fatto sapere di non essere intervenuta per sequestrarli per non provocare incidenti ma di aver fotografato i manifestanti che ne erano in possesso in modo da poterli eventualmente perseguire nei prossimi giorni. La comunità curda della città della Germania occidentale ha manifestato in occasione del Newroz, il capodanno curdo, chiedendo “democrazia in Turchia” e “libertà per il Kurdistan“. Kalim ha accusato, inoltre, Berlino di aver appoggiato la rete del religioso in autoesilio negli Usa Fethullah Gulen, che Ankara considera responsabile del colpo di stato fallito del 15 luglio scorso. Ieri il capo dell’agenzia d’intelligence tedesca Bnd ha dichiarato in un’intervista a Der Spiegel che Ankara non è riuscita a provare che Gulen abbia orchestrato il golpe. Gli ha risposto il portavoce, dicendo a Cnn Turk che le sue frasi provano che Berlino sostiene la rete del religioso: “Perché li stanno proteggendo? – ha domandato Kalim – perché sono strumenti utili per la Germania contro la Turchia”.

“Bisogna dire chiaramente a Erdogan che così non va. E la sua strategia prima o poi fallirà”, ha detto a Berlino Martin Schulz, eletto con il 100% dei voti nuovo leader dell’Spd, il partito socialdemocratico. “Ritengo che questo risultato sia l’inizio della conquista della cancelleria”, ha affermato il nuovo leader del partito, candidato alle elezioni di settembre, che ha preso il posto del ministro degli Esteri Sigmar Gabriel.

Minacce a cittadini danesi e Copenaghen convoca ambasciatore turco – I contrasti che vedono contrapporsi diversi stati europei ad Ankara si estendono anche alla Danimarca. Un nuovo capitolo di tensione è stato reso noto dal ministro degli Esteri danese Anders Samuelsen che ha convocato oggi l’ambasciatore turco per chiedere chiarimenti in merito a presunte minacce nei confronti di alcuni cittadini turco-danesi. Samuelsen rimprovera alla Turchia di aver minacciato con una denuncia per “alto tradimento” diverse persone con la doppia cittadinanza, colpevoli – secondo il regime turco – di aver pubblicato messaggi anti-Erdogan sui social. A conferma di queste accuse, il quotidiano danese Berlingske ha raccolto diverse testimonianze di cittadini minacciati.

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