La foto con il volto pieno di lividi del figlio di 13 anni pubblicata su Facebook perché “gli autori di tali soprusi non devono passarla liscia”. I genitori di un ragazzo aggredito venerdì 17 marzo a Mugnano, comune alle porte di Napoli, hanno deciso di diffondere le immagini sui social network dopo aver sporto denuncia ai carabinieri. Il post online del padre ha raggiunto, finora, 28mila condivisioni. “L’ho fatto per suscitare sdegno. Forse un semplice post senza la foto non avrebbe avuto la stessa risonanza. L’obiettivo non era certamente di essere chiamato dai giornali ma accendere un faro su un problema sociale”.

Secondo la ricostruzione del padre, il ragazzo stava rientrando a casa quando ha incrociato cinque ragazzini, forse suoi coetanei. In tre, dopo averlo preso in giro lo hanno anche aggredito. Il ragazzino, che era in compagnia di un suo amico, ha riportato contusioni guaribili in pochi giorni. Il 13enne, tornato a casa, ha raccontato in lacrime tutto ai genitori che subito sono andati in caserma per la denuncia. I carabinieri della caserma e quelli della Compagnia di Giugliano, diretti dal capitano Antonio De Lise, hanno immediatamente avviato le indagini. In serata il papà ha pubblicato anche la foto del figlio, con un appello per chiedere di fermare la violenza, perché quello che è successo a suo figlio “non deve e non dovrà accadere a nessuno”: “Denunciate”, ha scritto.

Sul tema si è espresso anche il sindaco di Mugnano Luigi Sarnataro: “Quello che è successo ieri al piccolo è gravissimo e deve far riflettere tutti noi”, ha scritto su Facebook. “A lui e alla sua famiglia va tutta la mia solidarietà e vicinanza. Come istituzioni, insieme con le scuole e le famiglie, dobbiamo essere in prima linea per combattere la triste piaga del bullismo ed insegnare ai nostri ragazzi a ripudiare la vile logica del branco e della violenza. Intanto già nella giornata di ieri ho richiesto ai vigili urbani e ai carabinieri maggiori controlli, specie negli orari di uscita delle scuole, per prevenire altri simili episodi”.

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