Con un candidato all’Eliseo, François Fillon, indagato per gli incarichi a moglie e figli, Oltremanica hanno pensato di alzare un argine preventivo. L’autorità britannica per i regolamenti parlamentari (Ipsa) ha vietato d’ora in avanti ai deputati di concedere un posto di lavoro a familiari o amici. La disposizione, spiegano le fonti, non è retroattiva ed entrerà definitivamente in vigore con la prossima legislatura del 2020. Al momento, su 650 deputati, 151 hanno assunto un proprio familiare, procedura resa possibile dall’Ipsa da una norma del 2010. Tuttavia, questo organo indipendente ha espresso la volontà di eliminare questa possibilità in modo da allargare la gamma delle offerte di impiego per chi è in cerca. Inoltre si vuole rispondere a un principio di ‘buone pratiche’ in materia di pubblico impiego, nell’ottica di “utilizzare al meglio i soldi dei contribuenti”. Infine, l’Ipsa vuole scongiurare il rischio di “assunzioni fittizie”, scandalo che sta costando caro appunto a Fillon.

Ma Londra è anche alle prese con lo scandalo delle spese elettorali che coinvolge i Tories. Il partito della premier Theresa May è stato multato, per un ammontare di 70mila sterline, dalla Electoral Commission per aver violato “in modo significativo” i regolamenti nelle politiche del 2015 e in tre suppletive tenutesi nel 2014. I conservatori non avrebbero dichiarato secondo le norme 27 mila sterline. Si tratta della multa più alta mai inferta dalla commissione elettorale britannica che in una nota afferma come emerga la prospettiva che il partito abbia così sfruttato un “vantaggio finanziario” rispetto ai rivali.

E intanto prosegue anche l’indagine di polizia nei casi dei singoli candidati Tories che avrebbero superato i loro limiti di spesa: secondo Sky News sarebbero 24 i deputati coinvolti e 12 le forze di polizia impegnate in tutto il Paese. In teoria, se fossero provate violazioni gravi anche nell’ambito delle indagini su singoli parlamentari, le sanzioni potrebbero andare fino alla perdita del seggio, con elezioni suppletive nei collegi dei deputati coinvolti. Quanto all’inchiesta sul partito, i responsabili dell’organizzazioni in casa Tory hanno provato a giustificarsi parlando di “errore amministrativi” e non di volontà di “truccare” il processo del voto. Ma la presidente della Commissione elettorale britannica, Claire Bassett, intervistata dalla Bbc, ha denunciato come i Conservatori abbiano tentato inizialmente di tenere nascoste alcune informazioni richieste dall’organismo di controllo rendendo necessario il ricorso a un ordine della magistratura. “Ne sono rammaricata”, ha concluso Bassett.

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