Il gruppo bolognese Jump Lgbt-Oltre tutte le barriere, il primo in Italia a riunire appartenenti alla comunità Lgbt con disabilità, ha realizzato un video che invita a riflettere, con lievità e ironia, sulla condizione misconosciuta di chi si trova contemporaneamente prigioniero di due pregiudizi, tabù e cliché: essere diversamente abili e al contempo omosessuali, gay, lesbiche o transgender. “Il filmato, fatto insieme al comico Daniele Gattano (da Colorado), è stato condiviso e supportato da tantissime realtà del mondo Lgbt e questo ci riempie di soddisfazione. La diffusione dell’iniziativa ci ha dato poi la possibilità di farci conoscere: molte persone disabili ci hanno scritto per sapere come fare per frequentare il gruppo, e questo è forse il più grande successo del progetto”, raccontano i portavoce del gruppo. Anna, Fabio, Pierluigi e Giuseppe: sono loro le anime del Jump Lgbt, insieme a due “normodotati”.

La loro sede è a Bologna, nel quartiere del Cassero. “La nostra organizzazione è nata nell’aprile del 2014. I nostri iscritti sono tutti giovani: dai 20 ai 40 anni. Mettiamo in piedi tantissime iniziative. Per esempio l’8 marzo diremo la nostra, a modo nostro, e sui social, sullo sciopero femminista Lottomarzo”. Il primo aprile interverremo al Laiko day di Arco (Trento) e parteciperemo anche al Disability Pride di Napoli in luglio. Nel frattempo proseguono le nostre attività ordinarie: continueremo a pungolare l’amministrazione comunale per ottenere una migliore accessibilità del Cassero (che sorge paradossalmente in salita) e andremo avanti con le attività di formazione e confronto tra di noi, nonché di sensibilizzazione sia della comunità Lgbt che delle associazioni di persone con disabilità. E c’è una novità: abbiamo appena lanciato un gruppo Facebook dedicato alle persone Lgbt con disabilità”. Tra omofobia e discriminazione del “diverso”.

Il pericolo è quello della disperazione, dell’isolamento ed è anche contro questi demoni che è nato e si batte il Jump Lgbt del Cassero. Un luogo di socializzazione e a volte di vera e propria rinascita. “Il sottotitolo del gruppo è Oltre le barriere”. “Gli stereotipi e i pregiudizi nei confronti delle persone con disabilità e delle persone con orientamento sessuale diverso da quello etero creano delle barriere che ancora oggi ostacolano la piena libertà di vivere. Il nostro obiettivo è di impegnarci per abbatterle” ci spiegano i ragazzi del Cassero. Troppi, ancora oggi, i luoghi comuni che gravano sulla sessualità dei diversamente abili. “Si dice spesso che i disabili siano asessuati. Come se fossimo degli angeli. Credo che questo sia uno stereotipo dietro al quale la maggior parte della gente si rintana appositamente per non essere costretta a confrontarsi con la scomoda realtà di un individuo che, nonostante tutto, ha pulsioni e desideri del tutto normali”.

Doppiamente difficile vivere la propria omosessualità (o bisessualità, o transessualità) se si è disabili. Molto spesso gli stessi locali gay sono loro inaccessibili a causa delle barriere architettoniche. “La disabilità può limitare in maniera significativa la nostra autonomia, andando a influire negativamente sulla nostra vita sociale e affettiva. C’è poi la difficoltà di fare coming out in una nazione cattolica come la nostra, dove la religione è spesso un rifugio per le famiglie che vivono in prima linea la disabilità”. Un autentico “triplo coming out”: prima si rivendica di avere un sesso, poi di possedere una normale vita sessuale e infine di essere Lgbt.

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