Bentornati a Ten Talking Points, l’unica rubrica a cui non è fregato nulla delle polemiche di JuventusMilan.

1. Non me n’è fregato nulla, anzi meno, per tre motivi.
A) Venerdì sera ero all’Auditorium Conciliazione di Roma con i Pink Floyd Legend per festeggiare i 40 anni di Animals, godevo parecchio e la partita non l’ho proprio vista.
B) Il successo della Juve non sposta niente. Con un pareggio i bianconeri avrebbero comunque stravinto lo scudetto e il Milan non sarebbe comunque mai arrivato tra le prime cinque. Di che stiamo parlando?
C) Io sarei per abolire direttamente le partite contro la Juventus in serie A. Gioca un altro sport, vince sempre e i campionati sono una rottura di Renzi infinita.

2. Se poi mi chiedete qualcosa di più tecnico, vi rispondo che la Juve è stata di certo superiore al Milan, ma che non avrei mai (mai) fischiato un rigore simile al 94esimo (abbondante) in situazione di parità. Dirò di più: per me quel rigore fa male soprattutto alla Juve. Reitera l’idea della “Rubentus” e, al contempo, rafforza il rapporto tra Donnarumma (assai desiderato dalla Juve) e Milan. Non un gran risultato.

3. Resta il fatto che, da tre giorni, non si parla d’altro. Che due Gozi. Siam sempre lì: se gli italiani si infervorassero per la politica come per le partite, sarebbero cosi rivoluzionari che in confronto il subcomandante Marcos parrebbe Giachetti.

4. Avrei scommesso la casa sulla vittoria dell’Inter con l’Atalanta, ma non avrei mai immaginato una tripletta di Banega e addirittura un 5-0 dopo 35 minuti. Attendo (invano) le scuse dei tanti che mi insultavano ad agosto perché scrivevo che l’Inter poteva arrivare seconda o terza. Lo ripeto, aggiungendo che l’anno prossimo (se si rafforza bene) è l’unica che può vagamente impensierire la Juventus. Quest’anno dovrà vincere lo scontro diretto in casa col Napoli e continuare a macinare punti: a quel punto la terza piazza sarà possibile. Aggiungo che stimo oltremodo Pioli, professionista esemplare e allenatore dotato. Applausi.

4 bis. Giampaolo è sempre più uguale a Gasparri, ma la sua Sampdoria migliora ogni giorno di più. È un altro allenatore di cui si parla troppo poco, come Pioli, forse perché troppo “normale” nella sua bravura mai urlata.

5. Chi capisce la Roma è bravo. Con l’Inter sembrava finalmente matura, poi ne ha perse tre di fila in dieci giorni. Scontata, ma comunque importante, la vittoria di ieri. Ennesimo “caso Totti” all’orizzonte. La rimonta in Coppa Italia la vedo dura (Lazio sontuosa), quella in Europa League forse un po’ meno. Se uscisse con il Lione sarebbe l’ennesimo harakiri: assieme al Manchester United è quella che, per rosa, ha (avrebbe) più chance di vittoria finale. Daje.

6. Il Pescara di Zeman è durato meno di un pensiero intelligente di Nardella. Peccato.

7. Ovvio successo del Che Gue Sarri con il Crotone. Ottimo Napoli anche in Champions League, almeno per un tempo. Certo, se poi nei calci piazzati ti fai le seghe, alla fine col Real ci perdi.

8. Chiedo scusa se nel punto precedente sono stato troppo tecnico.

9. L’Empoli continua a perderle tutte dal ’47. Eppure non rischia nulla. Fa piacere per gli empolesi, per carità, ma da un punto di vista anche solo minimamente agonistico è la conferma che una serie A così concepita è più brutta della seconda stagione di Fortitude.

10. Lo so che stasera c’è Lazio-Torino, ma ho già un impegno: devo appendere in camera il poster della Serracchiani vestita da Gegia.

P.S. “Pensiero intelligente di Nardella” era una licenza poetica. A lunedì. È

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