“Io te darei due e cinque netti… certo che te posso pagà, con quello che vuoi, anche con la fondazione”. Accuse, veleni, denunce incrociate. Persino una registrazione segreta di un pranzo privato alla presenza di Luca Pancalli, in cui Marco Giunio De Sanctis, segretario generale del Comitato paralimpico e candidato alla presidenza della Federazione Bocce, sembra proporre un accordo illecito a Romolo Rizzoli, numero uno in carica da 24 anni. Che ha denunciato tutto alla procura, mentre l’altro per tutta risposta smentisce categoricamente e annuncia a sua volta querela: “Era solo una trattativa come ce ne sono tante, voluta da lui e per altro mai andata in porto. Chi ha pubblicato quella conversazione privata è un essere vile e pagherà per questo”.

PICCOLE BOCCE, GRANDI INTERESSI – Parliamo di una delle Federazioni più piccole, disciplina non agonistica se ce n’è una. Ma anche delle più attese, per la sfida tra uno dei decani del mondo dello sport italiano, quel Romolo Rizzoli, 76 anni, da 24 capo incontrastato delle bocce (nonostante le accuse di parentopoli lanciate dal quotidiano Il Tempo), e Marco Giunio De Sanctis, uomo forte del Comitato Paralimpico Italiano. Da due anni il segretario del Cip si è messo in testa di rovesciare il

sistema della Federazione da cui proviene (suo padre fu presidente dell’Unione Boccistica) e la lotta è stata da subito aspra, a colpi di ricorsi ed esposti, anche per criteri e modalità di voto. Alla vigilia dell’assemblea elettiva (sabato 11 marzo a Verona), però, è saltato fuori un nastro che rischia di provocare un terremoto in Federazione e forse in tutto il mondo dello sport. Il colloquio, in realtà, risale a circa un anno fa: un pranzo in un ristorante della capitale, organizzato da Pancalli, nel tentativo di mettere d’accordo i due rivali. Ma a un certo punto la conversazione prende una piega che secondo i legali di Rizzoli “configura un esplicito tentativo di offrire indebitamente una cospicua somma di denaro al presidente”, come si legge nella denuncia alla Procura di Roma, alla procura federale e a quella del Coni.

“USIAMO I SOLDI DELLA FONDAZIONE PER I DISABILI” – Il colloquio ha la durata di oltre un’ora: su Facebook (sulla pagina “Io sto con la Fib”) ne sono stati pubblicati a notte fonda alcuni brevi estratti; altre parti sono trascritte nell’esposto che ilfattoquotidiano.it ha potuto visionare e che è stato depositato mercoledì in Procura. A un certo punto i tre interlocutori cominciano a parlare di soldi.

De Sanctis: “Io ti darei due e cinque netti”.

Rizzoli: “Ma sti soldi da n’do arrivano, io vorrei capire… quindi capito… andando nel pratico”

De Sanctis: “Voglio dì, mica so scemo”

Rizzoli: “Noo… io mica posso sta dentro le cose”

De Sanctis: “Io legato a me, tra centro federale, relazioni esterne, tutto quello che è comunicazione lo fa lui”

Rizzoli: “Che me poi pagà?”

De Sanctis: “E certo che te posso pagà, anche come Fib servizi, con quello che vuoi, lo posso fa con la fondazione…”

Rizzoli: “Ma la Fib servizi non c’ha una lira”

De Sanctis: “Ma te pago con la Fondazione Romolo: io alla Fondazione gli do 800mila, giro i soldi come fondazione paralimpica. Ma che te lo devo dì, è facilissimo”.

Si cerca un accordo per arrivare una candidatura unica: la soluzione potrebbe essere garantire comunque un futuro da dirigente a Rizzoli. E allora De Sanctis tira fuori l’idea della Fondazione Italiana Paralimpica: una branca del Cip, che svolge attività di sostegno ai disabili. Su internet è disponibile solo lo statuto, senza ulteriori informazioni immediatamente accessibili su organigramma e conti: a quanto risulta a Ilfattoquotidiano.it, la fondazione ha un bilancio annuale di circa un milione di euro, a metà fra contributi del Comitato e fondi privati, ed è presieduta dallo stesso Pancalli. Secondo la denuncia, l’obiettivo sarebbe quello di “distrarre soldi dalle finalità per cui questi capitali erano stati allocati, nel caso di specie per lo sviluppo di attività paralimpiche e il benessere dei ragazzi diversamente abili”.

PANCALLI: “LA FONDAZIONE NON SI TOCCA, LO DISSI SUBITO” – Completamente diversa la versione del Comitato paralimpico. Per De Sanctis, quella condotta all’epoca fu una normalissima trattativa, senza alcun tipo di illecito: “È stato Rizzoli ad avvicinarci, dirci che era stanco e voleva farsi da parte ma senza uscire dal giro, e allora cercavamo una soluzione che mettesse tutti d’accordo: una collaborazione, una consulenza, una poltrona onoraria. Non c’è nulla di male, di incarichi del genere se ne danno tanti. Tutto il sistema dello sport italiano si regge così. E poi comunque parliamo del nulla: l’accordo non si è mai fatto e non si è spostato un euro”. Pancalli, invece, tiene a precisare la sua posizione sulla Fondazione: “Quella fu un’uscita infelice, una strada assolutamente non percorribile. Ricordo che in quella stessa occasione ebbi modo di dire a De Sanctis che era una follia: ‘Finché ve la vedete all’interno delle bocce va bene – dissi – ma la Fondazione non si tocca. Posso garantirvi che Rizzoli non ha e non avrà mai nulla a che fare con la Fondazione, che ha solo pochi collaboratori strettamente necessari all’attività che svolge”. Ad un certo punto – come si legge nell’esposto – nel nastro compare anche la voce di Pancalli: “Comunque perché io sono il notaio, bloccate il casino”, dice il numero uno del Cip, riferendosi al contenzioso fra i due avversari e al tentativo di trovare un accordo. E aggiunge: “Si stende un documento, si firma, io controllo e faccio il notaio. 50mila, pure io c’ho la parte mia”. “Ma non scherziamo – precisa ora – lì si tratta semplicemente di una boutade: loro parlano di fare un documento metaforico di pace e io faccio una battuta. È mortificante e delirante pensare a qualsiasi cosa di diverso da questo”.

DE SANCTIS: “UNA TRAPPOLA, LO DENUNCIO” – Entrambi, poi, sottolineano la strumentalizzazione dell’audio: “È stata tutta una trappola: ci ha adescati e portati a dire certe cose; ha tenuto il nastro in un cassetto per un anno e ne ha pubblicato alcuni pezzi decontestualizzati il giorno prima delle elezioni”. Nella conversazione, infatti, De Sanctis parla anche di altro, usando ad esempio frasi poco tenere nei confronti del mondo dello sport italiano: “Quei pezzi di merda del Coni, li odio tutti, perché sono persone false, davanti a me stai tranquillo che non le dicono ste cose. I presidenti so uguali perché dipendono dal Cip e dal Coni, je danno i soldi… quindi non ponno annà contro di noi, ma fanno schifo”. Parole che ora, finendo all’attenzione della Procura federale e del Coni, potrebbero anche costargli un procedimento per violazione dei principi di lealtà sportiva. “Sono frasi che si dicono: era una conversazione privata, dove si usa un tono colloquiale.  Un pranzo fra amici, o almeno così credevo”. Invece finirà tutto in tribunale, comunque vadano le elezioni.

AL VOTO ANCHE LA PALLAMANO – Non solo bocce: nel weekend si completa anche l’ultimo giro di elezioni federali, Squash, Armi e caccia e soprattutto la Pallamano, altra Federazione attesa perché protagonista di grandi manovre politiche e di accuse su presunte società fantasma. Anche qui un altro “dinosauro” potrebbe farsi da parte: Francesco Purromuto, in carica da 16 anni, vista la difficoltà di raggiungere il quorum del 55% necessario dopo il terzo mandato, è in predicato di far convergere i suoi voti su Giuseppe Lo Duca, vecchia gloria della disciplina, contro il candidato dell’opposizione Pasquale Loria, che rischia di rimanere ancora beffata. Tutti al voto tra sabato e domenica. Poi le elezioni delle Federazioni sportive saranno finalmente completate. Fino a decisione contraria dei giudici.

Twitter: @lVendemiale

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