E’ successo di nuovo: un ponte è crollato su una strada a lunga percorrenza e ha schiacciato un’auto in transito. Era accaduto a fine ottobre in provincia di Lecco, è ricapitato vicino ad Ancona, nel tratto marchigiano dell’Autostrada A14, la Adriatica. Questa volta, però, le conseguenze sono state peggiori: due le persone morte. Erano coloro che viaggiavano a bordo dell’automobile su cui è collassata l’infrastruttura, su cui erano in corso alcuni lavori da fine febbraio. Si tratta del ponte 167, al chilometro 235+800, all’altezza di Camerano (Ancona), tra Loreto e Ancona Sud: le indagini stabiliranno cosa ha provocato il crollo. Al momento il tratto interessato è chiuso in entrambe le direzioni. Tre i feriti. Le indagini della Procura di Ancona, che indaga per omicidio colposo plurimo, stabiliranno cosa ha provocato il crollo.

LE VITTIME SONO DUE CONIUGI DELLA PROVINCIA DI ASCOLI PICENO
Le due vittime si trovavamo a bordo di una Nissan Qashqai in transito sotto il ponte: sono una coppia, Emidio Diomede (60 anni) e Antonella Viviani (54), marito e moglie, residenti a Spinetoli in provincia di Ascoli Piceno. I coniugi Diomedi, sposati da 36 anni, gestivano una azienda di confezioni: lasciano due figli, Daniela e Daniele, quest’ultimo exz team manager della Sambenedettese calcio. I feriti, ricoverati nell’ospedale di Ancona, sono tre operai romeni della Delabech, la ditta che sta eseguendo i lavori per conto della Pavimental, titolare dell’appalto. Sono precipitati da un’altezza di circa sei-sette metri. Entrambi si trovano nel pronto soccorso dell’ospedale di Torrette ad Ancona, per essere sottoposti ad accertamenti. Sul luogo sono arrivati i Vigili del fuoco e due eliambulanze. La corsia interessata dal crollo è la nord. Sul posto sono intervenuti anche gli uomini della polizia stradale e i vigili del fuoco. “I soccorsi sono arrivati subito, sono stati immediati” ha sottolineato il prefetto di Ancona Antonio D’Acunto, che ha convocato una riunione immediata del Comitato operativo della viabilità. Lo scopo, si legge in una nota, “è individuare una soluzione alternativa alla circolazione ordinaria, interdetta nella zona interessata dal crollo”.

LE PAROLE DEI FERITI: “NON CI SIAMO RESI CONTO DI NULLA”
“Non ci abbiamo capito niente, ad un certo punto è crollato tutto, e ci siamo ritrovati per terra”: sono state queste le prime parole di due dei tre operai romeni rimasti feriti nel crollo del ponte sull’A14, sul quale stavano eseguendo lavori di manutenzione. O. E., 47 anni, residente a Frascati, e I. F., 57, che vive a Montecompatri, sono entrambi dipendenti della Delabech, l’impresa romana incaricata da Autostrade per l’Italia dei lavori sul ponte. Il 47enne ha riportato una frattura al polso, il compagno un trauma cranico di media gravità e contusioni multiple. Se non insorgeranno complicazioni, potrebbero essere dimessi dall’Osservazione del pronto soccorso già domani. Il terzo ferito invece, anche lui romeno, è stato medicato nell’ospedale di Osimo per lievi contusioni.

LE PRIME RICOSTRUZIONI: PONTE ERA CHIUSO DAL 28 FEBBRAIO
Secondo quanto si legge in una nota di Autostrade “nell’ambito dei lavori di ampliamento a tre corsie dell’A14 si è verificato il cedimento di una struttura provvisoria posizionata a sostegno del cavalcavia, che era chiuso al traffico. Erano in corso lavori di adeguamento dell’infrastruttura, in seguito all’ampliamento a tre corsie dell’autostrada, che prevedevano il sollevamento del cavalcavia“. Nella fattispecie, la parte centrale del ponte provvisorio è crollato durante i lavori di costruzione della terza corsia autostradale: si è spezzato ai lati, schiantandosi a terra proprio mentre transitava la Nissan con i due coniugi rimasti uccisi. Stando a quanto si è appreso, sul ponte, una costruzione già esistente, erano in corso lavori di manutenzione su entrambi i lati. Sempre Autostrade per l’Italia ha sottolineato che le attività di sollevamento del cavalcavia interessato dal crollo lungo l’A14, “erano state completate alle ore 11.30. Al momento dell’incidente, alle 13 circa, il personale stava realizzando attività accessorie. Sul cantiere, peraltro, era presente l’ingegnere responsabile tecnico dei lavori per la Delabech“. La società Delabech, ha proseguito Autostrade, “è una società specializzata con qualifiche di legge per i lavori in oggetto e munita di certificazione delle società Protos, Bureau Vertitas e Accredia. La stessa società aveva eseguito analoghi lavori su altri cavalcavia della stessa tratta. Autostrade per l’Italia ha già messo a disposizione della magistratura tutti gli elementi contrattuali relativi all’affidamento dei lavori”. Si stanno acquisendo “tutti gli elementi per ricostruire la dinamica dell’evento, partendo dai documenti progettuali elaborati dalla Delabech stessa”.

SINDACO CASTELFIDARDO: “INCONCEPIBILI QUESTI LAVORI SENZA CHIUDERE A14”
“Gli operai stavano sollevando la campata del ponte con dei martinetti, quando la struttura ha ceduto: evidentemente qualcosa è andato storto” ha detto il sindaco di Castelfidardo (Ancona) Roberto Ascani, che poi ha aggiunto: “E’ inconcepibile eseguire lavori di questa natura senza chiudere l’A14″. La legge, infatti, prevede che lavori come quello in corso nelle Marche non devono comportare la chiusura del tratto di autostrada interessato. Non ci sarebbero invece legami fra i terremoti che hanno colpito le Marche dal 24 scorso a oggi e il cedimento del ponte. La conferma definitiva arriverà dalle perizie tecniche che la procura di Ancona disporrà nei prossimi giorni. Il ponte, chiuso il 28 febbraio scorso per lavori di manutenzione, sarebbe rimasto interdetto al traffico fino al prossimo 15 maggio. Opere di manutenzione analoghe sono state condotte con modalità identiche in altri 19 ponti dell’autostrada.

DELRIO MANDA GLI ISPETTORI, PROCURA APRE INCHIESTA PER OMICIDIO COLPOSO
Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti si è messo subito al lavoro per predisporre l’istituzione di una commissione ispettiva di esperti del dicastero per analizzare e valutare quanto accaduto sulla A14 con il cedimento della struttura tra Ancona Sud e Loreto. Il decreto di nomina verrà firmato dal Ministro Graziano Delrio. La Procura di Ancona, nel frattempo, ha aperto un’inchiesta sul crollo del ponte sull’A14. Titolare è il pm Irene Bilotta, che ha aperto un fascicolo. L’ipotesi di reato è, per il momento, di omicidio colposo plurimo. L’area è stata posta sotto sequestro.

LE TESTIMONIANZE: “MI SENTO MIRACOLATA”
“Mi sento miracolata”: a parlare è Anna Maria Mancinelli, una donna di Porto Sant’Elpidio (Fermo), che stava viaggiando sull’autostrada A14 su un’automobile che si è fermata “un centinaio di metri prima del ponte crollato. Prima abbiamo visto della macchine ferme – ha raccontato all’agenzia Anda – poi un autoveicolo schiacciato e abbiamo capito che cosa era successo. Sono laica, ma stavamo tornando da un conferenza stampa di presentazione ad Ancona della Festa delle Pro Loco che si terrà il 12 marzo a Loreto, dove verranno benedetti i gonfaloni dell’Unpli. Questo e il fatto che ci troviamo nel territorio di Loreto mi fanno sentire una miracolata”. “Me lo sono trovato davanti caduto, all’improvviso, siamo tutti sotto choc. Poi abbiamo capito che sotto c’era una macchina con delle persone. Terribile…”: è la testimonianza di Francesco, un giovane calabrese residente a Reggio Emilia che è stato tra i primi a fermarsi davanti al ponte crollato sulla A14. “Siamo salvi per miracolo: una signora davanti a me era scossa davvero, ha fatto una frenata e si è fermata a 10 mt dal ponte. E’ successo tutto di colpo” ha raccontato. Un altro testimone ha raccontato la sua versione dei fatti: “A un certo punto mi sono accorto che l’auto che stavo superando stava frenando: ho alzato la testa proprio mentre il ponte crollava. Ci siamo fermati tutti. Una donna che viaggiava nell’auto accanto a me era sotto shock e stava piangendo. Ho chiamato i soccorsi e mi sono avvicinato per cercare di fare qualcosa. Dopo qualche minuto – ha aggiunto – sono arrivati gli elicotteri e le ambulanze”.

IL PRECEDENTE DI OTTOBRE IN PROVINCIA DI LECCO
La vicenda ricorda quanto accaduto nello scorso ottobre in Brianza. Allora fu il cavalcavia di Annone, vicino a Lecco, a crollare sotto il peso di un tir che portava un carico di bobine d’acciaio. L’autoarticolato precipitando travolse le auto che stavano passando sulla strada sottostante. Il bilancio fu di un morto e quattro feriti. Sulle responsabilità è in corso un’inchiesta della procura di Lecco. Tre ingegneri, due della Provincia e uno dell’Anas, sono indagati. Omicidio colposo e disastro colposo, le ipotesi di reato formulate dai pm, che stanno accertando se vi sia stata una mancanza di coordinamento tra i tecnici provinciali e quelli dell’Anas. Quel giorno, infatti, c’era stato un primo allarme per la presenza di calcinacci lungo la Statale 36 dello Spluga, provenienti dal cavalcavia sulla Provinciale 49. I tecnici dell’Anas avevano contattato quelli della Provincia ma nessuno, tra il personale dei due enti, aveva disposto la chiusura del manufatto che crollò qualche ora dopo, uccidendo un automobilista mentre almeno altri due si erano salvati miracolosamente.

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