Cosa accadrebbe se una mattina entrando in classe dovesse arrivare una circolare che impedisce ai ragazzi figli di migranti di stare con i compagni? Alla scuola media “Pertini” dell’istituto comprensivo “Lanino” di Vercelli è successo. Nei giorni scorsi, in previsione della Giornata dedicata alla Memoria dei Giusti celebrata oggi in tutt’Europa, la preside ha scritto una circolare che citava queste parole: “A partire da oggi con effetto immediato, gli alunni con entrambi o anche solo un genitore di origine non italiana seguiranno le lezioni scolastiche in un’aula diversa rispetto a quella del resto della classe”. Firmato: Ferdinanda Chiarello, dirigente scolastica.

Una simulazione realizzata grazie proprio alla complicità dei ragazzi con genitori non italiani, che hanno retto la parte fino alla fine. “Quando i collaboratori scolastici sono entrati in classe – spiega la preside – e gli insegnanti hanno letto la direttiva, i ragazzi cui era rivolta la circolare si sono alzati in piedi rassegnati, pronti ad uscire dall’aula”. Ma è in quel momento che gli altri non sono rimasti zitti. Non hanno accettato l’ordine che arrivava dall’alto. Hanno alzato la voce contro la preside e i professori.

“Alcuni ragazzi erano pronti ad andarsene dalla scuola per protestare, altri volevano andare immediatamente all’ufficio scolastico provinciale. Qualcuno ha detto che avrebbe chiamato a Roma, il ministero. Ero a casa ammalata e mi hanno persino raggiunto telefonicamente per farmi sapere il loro dissenso”, racconta la professoressa Chiarello. Una protesta “giusta” che è stata sedata solo quando gli insegnanti hanno svelato loro che si trattava di una simulazione per comprendere meglio quello che è accaduto con l’entrata in vigore delle Leggi Razziali nel 1938 in Italia. “Bisogna provare, sperimentare sulla propria pelle cosa significa il razzismo. E’ inutile parlare di inclusione se non la si fa davvero. Nella nostra scuola, non ci sono ragazzi stranieri, ci sono solo ragazzi”, spiega la dirigente orgogliosa di essersi prestata alla proposta fatta dalle docenti della seconda della “Pertini”.

Sulla pagina Facebook della scuola, “Il giardino dei giusti del Comprensivo di Lanino”, i ragazzi e gli insegnanti hanno postato le loro riflessioni dopo l’inconsueta lezione: “Affinché questa memoria – ha scritto una docente – non si faccia mai pietra gelida immobile, ma percezione viva, sofferenza a cui dare una risposta, che chiama con forza l’azione e la responsabilità”. Così anche un ragazzo ha scritto su un post-it fotografato e messo sul social: “Io ho proposto alla professoressa di portare tutta la classe nell’aula di arte dicendo che ognuno di noi è straniero. E l’abbiamo fatto”. Oggi l’ultima tappa di questo percorso. Stamattina nel giardino della scuola in onore della Giornata dei giusti sono stati piantati due alberi: uno in memoria di Janusz Korczak, il medico e pedagogo polacco che rimase fino alla morte accanto agli ebrei orfani di cui si prendeva cura; l’altro per ricordare Faraaz Hussein, il giovane musulmano bengalese che è rimasto fino alla morte accanto alle sue amiche durante l’attentato dell’Isis a Dacca nel luglio dello scorso anno.

Articolo Precedente

Caro accademico svizzero, sarà il caso di rileggere insieme la lezione (mai attuata) di don Milani

next
Articolo Successivo

Università, la classifica delle migliori al mondo per disciplina: il Politecnico di Milano settimo nel Design

next