Nel secolo scorso, per un brevissimo periodo della mia vita, ho collaborato come indossatrice per “La Perla”. In pratica, visto il corpo esile e perfetto per i loro canoni, costruivano le taglie sulla mia figura. Oltre ad aver avuto l’opportunità di conoscere la mitica Ada Masotti, ho avuto la fortuna di indossare prototipi di reggiseni, sottovesti, reggicalze meravigliosi e tutti made in Bologna.
La mia passione per l’intimo ha fatto sì che anche quella occasione mi abbia fatto ulteriormente capire la qualità di pizzi, sete, manifattura e artigianalità.

A fine gennaio, come di consueto, si è svolto a Parigi il Salone Internazionale della Lingerie: secondo il portale di moda e tendenze “Fashion Network”, l’appuntamento parigino dell’intimo e del beach wear è riuscito a ritrovare una dinamica positiva, dopo diverse stagioni deprimenti ad immagine e somiglianza di un mercato stagnante”. Taya de Reyniès, direttrice della sezione lingerie di Eurovet, afferma che il 2017 sarà l’anno in cui si sonderà l’animo delle donne: estrapolare i desideri, far sì che l’intimo (zen, decorativo, nostalgico o scandaloso) valorizzi la propria immagine, la propria bellezza, l’umore.

Interessante il sondaggio sulla seduzione effettuato a 1000 donne, dai 16 anni in su, dal portale francese YouGov: il podio annovera profumo, abiti e lingerie. Il 53% delle intervistate afferma di acquistare lingerie per una serata particolare o un galante rendez-vous. Inoltre si è constatato che le acquirenti sono sempre più precoci. Si parla persino di 14enni che iniziano a scegliere da sole completini, reggiseni e mutandine. Interessante il budget medio: le ragazze dai 15 ai 24 anni spendevano circa 192€ nel 2016 rispetto ai 188€ del 2015. Dai 25 anni la cifra cala fino ad arrivale alle over 45 che si aggira circa sui 104€.

Se l’anno scorso avevo previsto (e visto) un ritorno al body e alle vestaglie genere Jean Harlow, quest’anno spicca il fenomeno dell’active wear ovvero la praticità combinata alla sensualità. E’ lingerie ibrida, performante con materiali nuovi e confortevoli; linee innovative che intrecciano lusso e sport.

Detto questo, a parer mio, la lingerie è tornata in auge anche per merito dei selfie. A causa di queste dinamiche amorose-egocentriche-tecnologiche, infatti, fare un autoscatto con il body di pizzo fa guadagnare più follower di un lato B – magari non perfetto – nudo e crudo. Le trasparenze, si sa, fomentano la fantasia. C’è chi compra un corsetto o una calza velata solo per fare una foto intrigante e magari in casa gira indossando calzettoni con i Puffi. E le sottovesti? Quest’anno poca roba quindi il mio consiglio è quello di tornare a comprarle perché Sophia Loren ci insegna.

Ultima cosa. Pochi giorni fa sono passata davanti alla vetrina di una nota catena di intimo: il manichino indossava un delizioso completo color champagne ma sul cartellino descrittivo la culotte veniva definita “pantalone”. Ho pensato subito alla reazione che avrebbe avuto la Signora Masotti, che poi sarebbe stata uguale alla mia: mani nella crocchia e sopracciglia torve.

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