Imbarazzo e fastidio. Tutto a pochi chilometri di distanza, tra gli uffici della procura di Roma a piazzale Clodio e il centro di produzione de La7. Nel giorno dell’interrogatorio di fronte ai pm sull’inchiesta degli appalti Consip di Tiziano Renzi, il padre dell’ex premier accusato di concorso in traffico di influenze, ospite degli studi di “Otto e mezzo” è stato invece lo stesso ex segretario del Pd, Matteo Renzi. Arrivato negli studi televisivi dell’emittente di Urbano Cairo per registrare la puntata del programma dedicata proprio all’inchiesta che vede indagati, oltre al padre, anche l’attuale ministro dello Sport Luca Lotti, Renzi ha salutato i cronisti e i fotografi presenti, oltre che i dipendenti dell’emittente televisiva. Ma non ha replicato alle domande. “Che gente frequenta suo padre?”. Nessuna risposta, se non un timido borbottio: “Continua, continua”, rivolgendosi a chi lo scortava. Che nel frattempo tentava di frapporsi tra l’ex premier e le telecamere de ilfattoquotidiano.it. Poco prima, nel centro studi de La7 era arrivato anche Filippo Sensi, che gestiva la comunicazione di Renzi ai tempi del suo governo. “Considererei gravissimo se mio padre fosse condannato per questa vicenda. Ma se ha commesso qualcosa, non solo deve andare a processo ma deve avere anche una pena doppia. Conosco i valori ai quali la mia famiglia mi ha educato. Io so chi è mio padre”, ha invece replicato l’ex premier nel corso della puntata (leggi l’articolo). E ancora: “Di quello che ha fatto mio padre ne deve rispondere lui davanti ai magistrati”
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Consip, Renzi: “Se mio padre è colpevole, spero pena doppia. Dimissioni Lotti? No, persona straordinariamente onesta”

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Caserta, il commissario Mirabelli su caso tessere Pd: “Macché Napoli, tutto regolare. Solo bega interna al partito”

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