“Cosa farò? Semplicemente entrerò e racconterò i fatti come sono andati”. Ventiquattro ore dopo la morte di dj Fabo, cioè Fabiano Antoniani, il 40enne che ha scelto di morire in Svizzera dopo aver affrontato le procedure per accedere al suicidio assistito, Marco Cappato si materializza a Milano. E come aveva anticipato è entrato in una caserma dei carabinieri  per autodenunciarsi.

“Se ci sarà l’occasione di difendere davanti a un giudice quello che ho fatto, lo potrò fare in nome di principi costituzionali di libertà e responsabilità fondamentali che sono più forti di un codice penale scritto in epoca fascista, che non fa alcuna differenza tra l’aiuto a un malato che vuole interrompere la propria sofferenza e lo sbarazzarsi di una persona di cui ci si vuole liberare, mentre la Costituzione questa differenza la fa”, ha detto il residente dei Radicali e tesoriere dell’associazione Luca Coscioni.  “Il mio obiettivo è portare lo Stato a un’assunzione di responsabilità di fronte alle non-risposte alle persone malate terminali, uomini e donne che hanno un problema: non si vedono“, ha continuato Cappato, che ha accompagnato Fabo nel suo ultimo viaggio oltre confine. “Ho precisato ai carabinieri che stiamo aiutando altre persone, due persone in particolare hanno già un appuntamento in Svizzera e noi le aiuteremo, una materialmente, l’altra economicamente”. Lo ha detto Marco Cappato uscito dalla caserma dei Carabinieri dopo l’autodenuncia in relazione alla morte per suicidio assistito di Dj Fabo. L’esponente dei Radicali ha fatto “verbalizzare” che “stiamo aiutando altre persone e continueremo fino a che non saremo fermati e lo Stato non si sarà assunto le sue responsabilità”.

“La soluzione – ha aggiunto l’esponente dei Radicali –  non può essere che se hai diecimila euro e la condizione di trasportabilità vai in Svizzera e se invece sei inchiodato al letto o non hai i soldi devi subire un suicidio nelle condizioni più terribili o subire una vita che non vorresti. Se i malati terminali potessero bloccare le stazioni e le strade per settimane come le altre persone la legge sull’eutanasia l’avremmo avuta 40 anni fa”. Alla fine della suo incontro con i militari, dunque, Cappato ha raccontato ai cronisti fuori dalla caserma di via delle Fosse Ardeatine il contenuto della sua autodenuncia. “Ho precisato ai carabinieri che stiamo aiutando altre persone, due persone in particolare hanno già un appuntamento in Svizzera e noi le aiuteremo, una materialmente, l’altra economicamente: continueremo fino a che non saremo fermati e lo Stato non si sarà assunto le sue responsabilità”, ha detto il radicale, commentando anche le critiche piovute sul caso del dj milanese, come il post su facebook in cui Mario Adinolfi aveva scritto “Hitler, almeno, i disabili li eliminava gratis”.  “È aberrante mettere sullo stesso piano gli ebrei sterminati e le persone che scelgono di morire”, ha commentato Cappato.

In queste ore, però, è la questione giuridica sulla condotta dell’ex candidato sindaco di Milano che in queste ore sta animando il dibattito nei corridoi al terzo piano del palazzo di giustizia di Milano. Secondo alcuni magistrati, infatti, il dirigente dell’associazione Luca Coscioni potrebbe essere contestato il reato di “aiuto al suicidio“, previsto dall’articolo 580 del codice penale. E anche se Fabo ha deciso di morire in Svizzera, fanno notare sempre fonti giudiziarie citate dall’agenzia Ansa, la competenza sarebbe comunque del capoluogo lombardo, dove il dj viveva e da dove Cappato è partito per accompagnarlo in auto nella struttura vicino a Zurigo.

“L’autodenuncia di Cappato sarà valutata sotto tutti i profili giuridici, compresa la giurisprudenza della Cedu, in materia di diritti”, ha spiegato il procuratore di Milano Francesco Greco, precisando anche che il fascicolo verrà assegnato, quando arriverà la denuncia, al pm Tiziana Siciliano, che coordina il pool ambiente, salute e lavoro. “Per ora, in ogni caso, noi non sappiamo nemmeno per cosa si auto denuncerà Cappato”, ha aggiunto il capo degli inquirenti milanesi, precisando che per la contestazione dell’articolo 580 “l’aiuto deve essere portato fino all’atto finale”. Non è per nulla scontato, quindi, che Cappato venga iscritto nel registro degli indagati.

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