APERTURA O RIFORMA?

Il mondo dunque va avanti, e si adegua alle esigenze del mercato. “Ce ne rendiamo conto – sottolinea Alessandro Atzeni, sindacalista di Uil Trasporti settore Taxi – ma qui non si vuole ostacolare la sharing economy o impedire l’avvento delle tecnologie. Noi vogliamo solo che vengano rispettati gli standard di sicurezza dei passeggeri, in primo luogo, e non si dia spazio ai furbi”. Questione di come è organizzato il servizio, dunque. “BlaBlaCar o Moovit, ad esempio – prosegue il sindacalista – non prevedono la possibilità che qualcuno dia passaggi per lavoro, né contemplano le destinazioni a richiesta. Cosa che Uber fa negli Stati Uniti, dove le regole sono diverse“. Tra l’altro, ricorda il sindacalista Uil, “solo nell’ultimo anno la Guardia di Finanza ha denunciato oltre 100 persone che hanno acquistato illecitamente licenze Ncc in piccoli comuni di provincia, come Greccio, Villafranca in Lunigiana, Lenola o Taviano: l’emendamento contro il quale protestiamo, dà la possibilità a queste persone di guadagnare alle nostre spalle”.

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Uber, ma non solo: dal car-pooling alle applicazioni per smartphone, tutte le alternative al vecchio (e costoso) taxi

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