FENOMENO CAR-POOLING

Ad aver aperto in Italia la strada a questo fenomeno è stata senza dubbio BlaBlaCar. Nata come una “community”, oggi conta la bellezza di 35 milioni di utenti. Il funzionamento è semplice: devi andare con la tua auto da Roma a Milano, pubblichi l’itinerario sul portale e ricevi le richieste di “passaggi”, a quali si applicherà una tariffa ponderata rispetto alle spese di carburante e pedaggio. Ovviamente gli utenti, sia i conducenti che i passeggeri, verranno valutati con delle stelline, come accade con gli alberghi. Rapidamente BlaBlaCar è diventata leader per gli spostamenti di lunga distanza: ci ha provato Autostrade per l’Italia, ma l’esperimento di AutostradeCarPooling sulla Milano Nord stenta a decollare. E in città? L’idea è venuta a Moovit, che già faceva da aggregatore di infomobilità: è bastato mettere in collegamento gli utenti con lo stesso principio utilizzato da BlaBlaCar. A spingersi ancora più oltre ci ha pensato Zego, che fornisce passaggi istantanei, quasi entrando in conflitto con i taxi, se non fosse che il passeggero non può chiedere al conducente di portarlo in un luogo preferito, ma deve adeguarsi al tragitto prestabilito. Sullo stesso principio agisce Scooterino che però, come dice il nome stesso, si avvale solo di moto e motorini: l’App sta avendo un grande successo nella Capitale, con ben 18mila utenti registrati, 650 scuteristi e 25mila passaggi, anche grazie alla nota passione dei romani per le due ruote. Negli ultimi tempi, poi, è un proliferare di App: JoJob e BringMe sono la versione “business” di Moovit, GoGoBus aiuta a trovare passaggi in pullman (già 2mila utenti in Italia), mentre con YouTrip il pagamento avviene attraverso il baratto, facendolo somigliare ad un vero e proprio servizio di autostop (capita anche di trovare chi in cambio offre solo “amicizia”).

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Uber, ma non solo: dal car-pooling alle applicazioni per smartphone, tutte le alternative al vecchio (e costoso) taxi

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