Chiara Garacci, madre di una bambina con sindrome di Down e avvocato di professione, si batte per eliminare le deleghe sul sostegno approvate dal Governo a metà gennaio scorso. Da anni è impegnata a difendere nelle aule di tribunale le famiglie siciliane che hanno visto calpestato il diritto allo studio dei loro figli, previsto per Costituzione. La donna fa parte dell’Associazione italiana persone down di Alcamo-Trapani, (Aipd) e di Abilmente uniti di Mazara del Vallo, organizzazione creata da un gruppo di genitori di ragazzi con varie disabilità. “Il motivo principale del mio dissenso rispetto ai decreti attuativi – dice Garacci – consiste nella constatazione dell’incongruenza del decreto con la stessa Buona scuola, con i seguenti elementi critici che non solo peggiorano l’inclusione scolastica degli alunni e studenti con disabilità come attualmente realizzata, ma di fatto la peggiorano minacciandone ancora più l’esclusione e il godimento del diritto a un’istruzione inclusiva di qualità. In ogni parte della delega si fa riferimento alla frase ‘entro i limiti delle risorse disponibili’. In questo modo – aggiunge l’avvocato – si elude e viene contraddetta la sentenza 80/2010 della Corte Costituzionale che afferma che non ci sono vincoli di bilancio che possono essere opposti a diritti costituzionalmente garantiti”.

Chiara è abituata a lottare ed è pronta a dare una mano a chi ha più bisogno. “Le famiglie con ragazzi disabili soffrono anche l’assenza delle istituzioni, le quali ci dovrebbero supportare, sostenere, garantire i servizi essenziali, come il trasporto e le adeguate ore di sostegno in classe, tutti servizi fondamentali che ogni giorno determinano contenziosi davanti ai giudici (quasi sempre vinti poi dalle famiglie in grado di fare ricorso) perché la politica del risparmio prevale su tutto. L’inclusione scolastica è fondamentale per consentire alla persona con disabilità il raggiungimento di un grado di autonomia soddisfacente, soprattutto per il futuro, quando non potranno più contare sull’aiuto dei genitori. E quando mi chiedono cosa significa essere la madre di una bambina disabile rispondo sempre nello stesso modo: ‘un grande privilegio‘. Si, sono una persona privilegiata perché ciò che ricevo da mia figlia non potrà mai essere compensato da ciò che riceve da me. E’ un amore incondizionato, immenso, che solo questi ragazzi sono in grado di dare”.

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