Prima dà il via libera alla norma anti-Flixbus inserita nel decreto Milleproroghe, poi si impegna a risolvere il problema. Dopo il dietrofront sui tassisti, il governo ingrana ancora la retromarcia: questa volta sulla questione riguardante la start-up tedesca fondata nel 2011 e divenuta, in pochi anni, leader nel trasporto passeggeri low-cost sui pullman verdi e arancioni. “Il Governo ha detto sì al nostro ordine del giorno presentato con i colleghi Corsaro e Bianconi sul tema Flixbus, per consentire a questo servizio di poter esistere e competere con gli altri, senza subire danni”, ha annunciato Daniele Capezzone, deputato di Direzione Italia. L’inserimento nel Milleproroghe di norme contro i bus low cost, gli fa eco Sergio Boccadutri (Pd), “è stato un grave errore, a cui il governo si è prontamente impegnato a rimediare“.

“Un segnale che ci spinge a credere in questo Paese”, commenta in una nota l’amministratore delegato di FlixBus Italia, Andrea Incondi. Lo stesso che aveva definito il provvedimento inserito nel Milleproroghe una norma “contra aziendam: pensata apposta per danneggiare una specifica impresa che opera sul mercato nel pieno rispetto della legge”. Si tratta di un emendamento di poche righe, presentato da quattro senatori del gruppo CoR, Conservatori e Riformisti, che, di fatto, rischia di rendere illegali le attività svolte da Flixbus. La norma prevede infatti che le autorizzazioni sulle tratte interregionali possano essere concesse solo a raggruppamenti di imprese guidati da “operatori economici la cui attività principale è il trasporto di passeggeri su strada”. Un tecnicismo, che però taglierebbe fuori dal mercato italiano la start-up tedesca, che è innanzitutto una piattaforma online.

“Ora la strada per risolvere il problema e garantire la vita di Flixbus è aperta. O nel provvedimento sulla concorrenza o nel primo provvedimento utile, l’impegno ora c’è e va rispettato”, commenta Capezzone. “In questi giorni si è parlato molto della protesta dei tassisti e meno della norma che voleva cancellare il diritto di tanti consumatori a viaggiare su autobus low-cost. Sono molto soddisfatto e altrettanto contenti saranno i tantissimi viaggiatori che in questi anni hanno avuto più possibilità di scelta”, annuncia Andrea Mazziotti, relatore del decreto Milleproroghe alla Camera e deputato di Civici e Innovatori.

Festeggia anche il dem Boccadutri, che insieme a Mazziotti ha presentato un odg convergente a quello di Capezzone: “Le norme di cui ho chiesto la soppressione sono lesive di alcuni principi cardine del nostro ordinamento posti a presidio dell’attività di impresa e del libero gioco concorrenziale”. “Non abbiamo potuto fare di più in quanto il Milleproroghe non era passibile di modifiche vista l’ormai prossima scadenza dei termini di conversione – aggiunge il deputato – ma contiamo di porvi rimedio, probabilmente in occasione dell’esame del disegno di legge annuale sulla concorrenza, che a breve riprenderà il suo corso”.

“Passa un’altra norma che danneggia i cittadini e gli utenti. Appena nasce un’iniziativa commerciale che va incontro alle esigenze dei cittadini, il governo fa di tutto per boicottarla. Poi, di fronte all’evidenza della sua assurdità, si impegna a modificarla. Quando? Non è dato sapere”, dichiarano i deputati del Movimento 5 stelle in commissione Trasporti. “Mentre per i tassisti si è precisato che in un mese si correrà ai ripari, per gli autobus low cost non ci sono certezze”, sottolineano i pentastellati. “La ratio è quella di azzoppare un concorrente solo perché dà fastidio a qualcuno”, ha aggiunto la deputata Mirella Liuzzi nel corso di un intervento in Aula.

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