di Stefania Boncristiano

Cara ministra Lorenzin,

in seguito al concorso per l’assunzione di due ginecologi non obiettori all’ospedale San Camillo di Roma, mi hanno davvero colpito le sue parole di donna. E non positivamente. Mi ha colpito la sensibilità che ha mostrato nei confronti dei medici obiettori, chiaro indice del suo schieramento, e della totale assenza di empatia verso le donne che devono praticare l’aborto. In quanto donna, dovrebbe sapere, o perlomeno immaginare, quanto possa essere doloroso compiere una decisione del genere: i figli non sempre si vogliono e questo glielo dico da madre.

Noi abbiamo il diritto di scegliere se diventare madri oppure no, e questo indipendentemente dalle motivazioni. Si può non volere un figlio perché non è sano, perché è frutto di una violenza, perché non è il momento giusto o perché non sempre gli anticoncezionali funzionano: i profilattici possono rompersi, la pillola interagire con altri farmaci, la spirale essere posizionata male.

Quando questo paese diventerà un paese libero, laico e smetterà di subire le ingerenze della Chiesa Cattolica, che si occupa di tutto tranne che delle anime dei propri peccatori?

Ritengo che i medici non dovrebbero avere il diritto di obiezione: se si sceglie di fare il medico bisogna eseguire anche le pratiche che vanno contro le proprie convinzioni ideologiche. Altrimenti sarebbe meglio scegliere un altro lavoro. Non dovrebbero esistere medici cattolici, ma solo medici.

La Chiesa cerca di precludere il diritto all’aborto da sempre, siamo fermi al Medioevo. Ma quando alzerete lo sguardo e vi ispirerete a paese laici come la Svezia e la Finlandia? Quando finirà il baciamano ai preti? La religione si pratica nei luoghi di culto, non negli ospedali, non nelle scuole.

Siete fermi, immobili su posizioni di inizio ‘900, mentre questo paese corre, e noi siamo stufe, noi donne siamo stufe di dover lottare per far semplicemente rispettare un nostro diritto.
Governatore Zingaretti, la prego, non torni indietro. Questo paese ha bisogno di gente coraggiosa come lei.

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