I virus non esistono, i vaccini causano l’autismo. Gli psicofarmaci sono droghe legalizzate dallo Stato: “merda chimica”. C’è un libro che lo denuncia e promette di aiutare “migliaia di persone ad uscire dalla dipendenza dagli psicofarmaci”. Niente chimica, niente psichiatri: per curare la mente bastano la dieta (vegana) e l’igienismo naturale. Segue iban. Opera singolare a partire dal titolo: “Assassini in pillole: la Psichiatria moderna vista con gli occhi di un carabiniere”. Chi lo ha scritto infatti non è medico, non è biologo e neppure psichiatra ma è un maresciallo dei carabinieri. Si chiama Pietro Bisanti e presta servizio a Milano, presso il nucleo Radiomobile di via Vincenzo Monti.

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Ci parli e non capisci se sei davanti a un caso editoriale o di sdoppiamento della personalità. Il libro lo ha scritto nel 2014 e giura che solo con il passaparola ha venduto fino a 5mila copie (8 euro per l’e-book, 12 per la versione cartacea). Niente promozione, solo il tam-tam della rete. Diversi editori lo avrebbero contattato per il prossimo, niente da fare. Perché, giura il maresciallo, la sua missione non sono i soldi ma aprire gli occhi sugli abusi perpetrati dalla psichiatria attraverso l’uso dissennato “delle molecole più demoniache e distruttive mai inventate dall’uomo: gli psicofarmaci”. Missione che combatte a modo suo: “non dò indicazioni di natura medica, giacché non lo sono e lo dichiaro, ma informazioni che possano essere utilizzate per effettuare scelte personali e consapevoli, soprattutto in ambito psichiatrico”.

Alla missione dedica anima e corpo da 14 anni. Si presenta su Facebook e sul sito con una foto a petto nudo “non per vanagloria, ma perché voglio far capire quanto e come un’alimentazione corretta possa plasmare il corpo e la mente. Sono alto 1.70 per 59 chili di soli muscoli perché applico a me stesso quello che dico. Solo consigliando di abolire il glutine dalla dieta ho tirato fuori persone trattate da psicotici con chili di pillole sintetiche che lo Stato dispensa come unica terapia. Ti do il numero, chiamale”.

Ma non è tanto o solo l’aspetto scientifico e clinico a colpire. Certo, alcuni capitoli e molti fra i 985 articoli scritti da Bisanti hanno titoli alquanto singolari. Tipo: ““Ti sei punto con una siringa infetta? E chi se ne frega!”. Perché l’Aids non è causato da un virus (perché “i virus non esistono”) ma “è un contraccolpo immunitario causato solo ed esclusivamente dal proprio stile di vita che di certo non guarisce con i farmaci antiretrovirali come l’AZT (Azidotimidina, ndr)”. “E vallo a spiegare a chi muore di Aids“, gli replica un utente.

A centinaia gli scrivono. E lui risponde e magari pubblica le lettere sul blog. L’ultima è del 9 febbraio e comincia con “Salve Maresciallo Bisanti”. Segue breve storia clinica: precoce abuso di steroidi anabolizzanti, brusca interruzione dal 2012 che porta a diversi TSO per episodi psicotici acuti. La terapia somministrata è lo Xeplion con il corredo di controindicazioni (apatia, difficoltà di concentrazione, scarso desiderio sessuale). Così fino a gennaio 2016, quando “grazie al suo blog ho cambiato abitudini alimentari escludendo glutine e latticini, carne e pesce sostituiti da frutta e verdura”. Prodigiosi gli effetti (“più lucidità, minor stanchezza”) ma anche il livello di scontro coi terapeuti, con lo psichiatra che ammonisce a “non dismettere il farmaco perché sarebbe rischioso, non sappiamo come potrà reagire”. Segue richiesta di avere il libro “Assassini in pillole” e magari assistenza.

Già, perché la missione passa anche per un intervento diretto e personale nei reparti di psichiatria. “Genitori e ragazzi in difficoltà – racconta Bisanti – spesso mi delegano come persona di fiducia a livello sanitario. Non chiedo un soldo per questo. Quando entro vedo un abuso via l’altro, una minaccia dietro l’altra e ricatti del tipo “se non prendi la pillola ti facciamo il TSO”, oppure situazioni in cui non viene proposto al paziente il ventaglio di terapie tra cui scegliere che è previsto per legge. Mi è capitata una minorenne al Bassini che era ricoverata dentro un reparto psichiatrico per maggiorenni in trattamento psichiatrico volontario, coi genitori che la vogliono portar via. Ho detto: sapete che è un sequestro di persona? Ecco, le posso giurare che quando arrivo e faccio così i medici fanno un passo indietro, alcuni si pisciano letteralmente addosso”.

E siamo al punto. A rendere del tutto singolare la storia è proprio il doppio lavoro di Bisanti, maresciallo di giorno e angelo salvatore la notte. La qualifica professionale sembra sopperire perfettamente alla mancanza di titoli di studio in campo medico. Lui ne è pienamente consapevole, e infatti pigia su quel tasto volentieri. Lo fa con il libro, dove la parola “carabiniere” suggerisce immediatamente che chi scrive è un rappresentante dello Stato e che – va da sé – mai dirà qualcosa di contrario all’interesse pubblico. E se dirà che lo Stato, il suo datore di lavoro, come un criminale spaccia pillole che uccidono (legalmente) certo non mente, saprà il fatto suo. E’ un carabiniere. “Ho uno stato di servizio esemplare – risponde sul punto -. Se fossi un fanatico complottista, per dire, non girerei con la pistola da 23 anni. Ho un buono stato di servizio, sono stato all’estero, parlo l’inglese come l’italiano. Ho svolto cinque missioni umanitarie ma nella vita non mi sono mai accontentato di dover bovinamente seguire il gregge e credere a una cosa perché è stata santificata”.

Il doppio lavoro di Bisanti non è però ben visto da tutti, a partire dagli psichiatri che giudicano i suoi messaggi pericolosissimi per i pazienti e fino allo stesso Comando dei Carabinieri dove presta servizio. “Hanno provato a instaurare un procedimento disciplinare con la scusa che non avevo notiziato del mio blog, ma hanno dovuto desistere. Lo scorso novembre ci hanno riprovato: l’indomani dovevo andare a una trasmissione televisiva ma all’ultimo mi chiamano dal comando per ammonirmi di non farlo perché non ero stato autorizzato. Siccome conosco il codice militare non ci sono andato, ma ho già chiesto l’autorizzazione per l’8 giugno a Telecolor. E vedrai se poi non mi chiama Canale5”.

Per questo accanimento il maresciallo che predica l’igienismo ha una sua spiegazione. “Non ho alcun tipo di stima nell’addestramento, nella capacità di dialogo e di empatia tanto dei medici quanto delle forze di polizia e degli apparati statali. Ma tu pensi ancora che le amministrazioni dello Stato abbiano a cuore i problemi dei cittadini? Che i carabinieri si arruolino per fare del bene ai cittadini? Che nella mia caserma, quando la gente comincia le pattuglie, tutti escano dicendo cosa potrò fare di buono per il cittadino? Pensi davvero di entrare in una caserma con un problema serio e di avere qualcuno che sia lì, pronto a spendersi anima e corpo, per risolverti il tuo problema? E’ inutile sfoggiare sondaggi sul grande apprezzamento di cui gode l’Arma. Basta vedere come rispondono al telefono. Per quanto mi riguarda possono congedarmi domani, non ho problemi di soldi. Io però ho una missione e un messaggio sociale da portare avanti. E per farlo andrò fin tra le gambe del Diavolo”.

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