Mettendola in questi termini, è un peccato per Ryan Gosling, 37 anni, canadese, esordio alla corte Disney, poi una carriera intera giocata sul confine intelligente tra film art house e glamour hollywoodiano: da The Belivier a Le idi di marzo diretto da George Clooney, Blue Valentine di Derek Cianfrance e tutto il blocco di Nicolas Winding Refn (Drive, Only god forgives), fino a Nice Guys assieme a Russell Crowe e all’osannato The Big short arrivato vicinissimo agli Oscar 2016. Gosling non è un attore trasformista e malleabile. La sua rigidità espressiva se da un lato non gli ha mai fornito parti brillanti alla Cary Grant, gli ha però concesso il dono della moltiplicazione abbastanza ragionata della stessa monotematica duttilità. Ryan dove lo metti sta. Senza eccedere, e senza mai gridare allo scandalo.