Anni Novanta, per l’esattezza 1990, 1991, 1995. La prossima volta che qualcuno parla di giovani sfaticati in Italia, consigliategli di andarsi a leggere le date di nascita dei fondatori e dei cuochi del ristorante Bros, che da Lecce sono riusciti a far arrivare la propria voce in tutta Europa. Merito anche di Isabella Benedetta Potì, 21 anni, cuoca e pasticcera della struttura, da poco inserita da Forbes nella lista dei “30 under 30”, che premia i giovani talenti europei in vari settori, dalla cucina alla tecnologia.

Già vincitrice del premio Chef emergente per il Sud 2016, Isabella è nata a Roma, ma ha sempre vissuto a Lecce. Ed è qui che ha messo le radici: “I miei primi ricordi sono legati al cibo – racconta –, da piccola passavo ore e ore a osservare mia madre e mia nonna mentre cucinavano”. Poi crescendo è passata all’azione, facendo passi da gigante verso l’alta cucina. Quando ancora frequentava l’ultimo anno dell’istituto alberghiero ha conosciuto i fratelli Pellegrino, con cui via via ha consolidato il suo rapporto lavorativo, poi sfociato nell’apertura del ristorante Bros poco più di un anno fa.

“A Londra mi avevano chiesto di restare, ma non me la sono sentita di accettare, era troppa la voglia di tornare a casa”

Nel frattempo di aerei ne ha presi parecchi. Uno per Londra, dove è atterrata nella cucina dello chef Claude Bosi per un anno: “Sono partita appena compiuti i diciotto anni ed è stata un’esperienza molto formativa, a livello personale e professionale”.  Nella capitale inglese ha scoperto un nuovo modo di lavorare: “Facevo orari che qui in Italia sono inimmaginabili, lì c’è una dedizione totale al lavoro, e per fare carriera basta essere bravi e mettercela tutta”. L’altro aereo l’ha preso per la Spagna, dove ha studiato nella cucina di Paco Torreblanca, chef pluristellato e maestro della pasticceria: “È il top a cui un cuoco possa aspirare – ammette -, e ho imparato tantissimo anche dal punto di vista dell’organizzazione di una cucina”. Insomma, Isabella aveva tutte le carte in regole per proseguire la sua carriera lavorativa all’estero.

Ma il richiamo delle radici si è fatto sentire, più forte che mai: “A Londra mi avevano chiesto di restare, ma non me la sono sentita di accettare – ricorda –, era troppa la voglia di tornare a casa per mettere a disposizione della mia terra quello che avevo imparato”.

Già, perché c’è qualcosa che Isabella non è riuscita a trovare all’estero: “La possibilità di ricercare, usare ed esaltare i nostri prodotti, dall’asparago al pomodoro – sottolinea -, sono molto legata alla campagna e ai meravigliosi frutti che può dare”. Così, una volta tornata a casa, ha deciso di buttarsi in questa nuova avventura con i fratelli Pellegrino.

“Quello che stiamo facendo qui non avremmo potuto farlo a Londra o a Parigi o a New York”

E un anno fa hanno inaugurato il loro ristorante: “L’idea che ci ha mosso è stata quella di far emergere il nostro territorio e i nostri prodotti, cercando di far capire alla gente cos’è che mettiamo in ogni piatto – sottolinea -, quello che stiamo facendo qui non avremmo potuto farlo a Londra o a Parigi o a New York”.

I riconoscimenti sono fioccati, dimostrando che se uno si mette d’impegno e con serietà, è possibile fare impresa anche nel tanto bistrattato Sud Italia: “Il bilancio di questo primo anno è molto positivo – ammette -, e noi vogliamo continuare lungo questa strada, cercando di avvicinare il più possibile la gente alla nostra cucina”.

Per realizzare un sogno, però, non basta essere bravi: “Ci vuole precisione, organizzazione e gioco di squadra – sottolinea -, lavorare in cucina è come disputare una partita di calcio, se fai un errore c’è qualcuno dietro di te che te lo ricorda e poi ti aiuta a rimediare”.

“Le donne in cucina stanno aumentando, ma qui al Sud ce ne sono ancora troppo poche. A livello mondiale, invece, va decisamente meglio”

Ma quand’è che la cucina potrà diventare uno “sport” femminile? “Le donne in cucina stanno aumentando, ma qui al Sud ce ne sono ancora troppo poche. A livello mondiale, invece, va decisamente meglio. È dura, certo, ma lo è in tutti i settori se si vuole arrivare in alto”.

Per questo Isabella non ha alcuna intenzione di fermarsi. La cucina è un settore in continua evoluzione e lei vuole tenere il passo: “Mi piacerebbe fare altre esperienze temporanee all’estero – ammette -. Sto facendo un pensierino sulla Francia, mi piacerebbe andare a imparare qualcosa di nuovo da un grande pasticcere”. Se le chiedi il segreto di un successo così, a soli 21 anni, ti risponde: “Con la passione e il sacrificio si arriva ovunque”.

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