“Una firma per dire stop al glifosato“. È l’appello lanciato da LifeGate, società punto di riferimento per lo sviluppo sostenibile in Italia, per aderire alla petizione Ice (Iniziativa Cittadini Europei) che punta a bandire l’utilizzo di pesticidi contenenti il glifosato da tutta l’Europa e che in Italia è promossa, tra gli altri, da WeMove. “Questa, per l’Europa, è un’occasione senza precedenti per muoversi compatta e unita verso un’ agricoltura sostenibile e libera da rischi per la nostra salute”, afferma Enea Roveda, amministratore delegato di LifeGate.

Il glifosato è il componente principale di uno dei pesticidi più usato al mondo e recenti rilevazioni, spiega LifeGate in un comunicato, rivelano una sua presenza sempre più consistente nelle nostre acque e nei nostri cibi. Negli ultimi anni, è al centro di un acceso dibattito su una sua presunta pericolosità per l’uomo: mentre l’Organizzazione mondiale della Sanità l’ha bollato come probabilmente cancerogeno, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare ha giudicato come improbabile una sua eventuale cancerogenicità.

LifeGate è da sempre in prima linea nel dare rilevanza al tema del glifosato: ha prodotto la prima videoinchiesta italiana, realizzata dal giornalista Massimo Colombo, e ha sempre dato voce a ogni iniziativa finalizzata alla sensibilizzazione relativamente alla sua presunta pericolosità. Fino all’invito a firmare la petizione Ice: “Entro fine anno dovranno essere presentate un milione di firme provenienti da 7 Paesi diversi dell’Ue, quindi diventa fondamentale il coinvolgimento di ogni cittadino europeo”, è l’appello di Roveda.

“Questo è l’anno in cui potremmo davvero bandire il glifosato dall’Europa – ribadisce Simona Savini, attivista di WeMove Italia – e gettare le basi per un’agricoltura libera dai pesticidi”. “Siamo felici che LifeGate si unisca a questa battaglia – aggiunge – in Italia c’è molto da fare per spingere le istituzioni a fare scelte che tutelino concretamente l’ambiente e la salute”.

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