Quando Tommaso Pini ha presentato “Cose che danno ansia”, forse sapeva già che tra gli ospiti di questo Festival di Sanremo ci sarebbe stata anche lei, la donna più ansiogena della storia dell’umanità: Diana Del Bufalo. Seconda, in quanto a crisi isteriche provocate, solo alle televendite del Baffo Roberto da Crema, la Del Bufalo arriverà sul palco dell’Ariston per promuovere, assieme a Giusy Buscemi e Alessandra Mastronardi, la nuova fiction di RaiUno “C’era una volta Studio Uno”.

La Nostra è lanciatissima, ultimamente, visto che è stata anche nel cast della nuova stagione di Che Dio ci aiuti, con Elena Sofia Ricci. E pensare che solo due anni fa conduceva Colorado, quel sottoprodotto industriale simil Zelig che offre comicità di dubbia qualità agli spettatori di Italia1. E già quella conduzione era sembrata un regalo inaspettato del destino, visto che fino a quel momento non aveva fatto granché. È giovane (classe 1990), ha cominciato come aspirante cantante ad Amici nel 2010/2011, venendo eliminata alla terza puntata del serale. Poi poche cose, piccole, una notorietà costruita sul web, come spesso accade ultimamente, e poi la promozione a conduttrice di cui sopra.

Gioca a fare la svampita ma è tutto tranne che sprovveduta. Sembra una ragazza che sa benissimo cosa vuole e si sta impegnando assai per ottenerlo. Ma oltre tanto fumo, c’è anche un minimo di arrosto? Dipende dai punti vista, come sempre, ma qualche dato oggettivo c’è, a cominciare dallo stile aggressivo e patologicamente angosciante del suo modo di porsi. È la sua cifra, per carità, e ha scelto bene visto che ha colmato un vuoto nel panorama recente dello spettacolo italiano. Ma ce n’era bisogno? No, Diana cara, no.

E ad aggiungere preoccupazioni a preoccupazioni, ecco che proprio durante l’avventura a Colorado, scoppia l’amore tra Miss Nevrosi e Paolo Ruffini, altro soggetto che mette a dura prova la tenuta psicologica di chi lo vede e lo ascolta. Lo showbiz italiano ha le coppie famose che merita e su questo non c’è molto da discutere. Ma il gossip non ci interessa. Molto più interessante sarebbe invece comprendere il perché del successo (relativo, sia chiaro) della Del Bufalo. Davvero si riesce a sorridere guardandola recitare o condurre senza rischiare di venire internati nel vecchio manicomio romano di Santa Maria della Pietà? La vita non è già abbastanza tosta senza che la Nostra debba aggiungere ansie su ansie e spingerci a diventare azionista della Pfizer per avere uno sconto sui flaconi di Xanax?

Il successo della Del Bufalo è un mistero. O forse da queste parti non si è abbastanza svegli da capirlo. Ci si è provato a lungo, analizzando con pazienza le prove televisive della signorina. L’unico risultato, però, è stato un incremento folle delle spese in cure omeopatiche per l’ansia. Se qualcuno di voi è in grado di sbrogliare questa intricata matassa, è pregato di condividere la soluzione.

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