Festival di Sanremo 2017

Sanremo 2017, Carlo Cracco: elegante in cucina, dozzinale e abbondante nelle presenze tv, lo chef presenzialista per la seconda volta all’Ariston

Non si riesce a cogliere il senso di questa presenza. Cioè, per porla in termini ancora più chiari: a Cracco serve essere a Sanremo? Se sì, perché? La risposta ce l'ha solo il bel tenebroso Carlo, e probabilmente non ce la svelerà mai. Sono affari suoi, beninteso, anche se è difficile che la signora appoggiata stancamente alle transenne di fronte all'Ariston per fare un selfie con Al Bano possa permettersi una cena nel ristorante milanese di Cracco. Dunque, più che marketing, potrebbe essere egocentrismo

di Domenico Naso

Non abbiamo gusti culinari talmente raffinati da verificarlo sul campo, dunque c’è un dubbio da condividere: chissà se Carlo Cracco usa molto prezzemolo nei suoi capolavori in cucina. Probabilmente sì, visto che lo chef veneto pare esperto della pianta aromatica, presenzialista qual è. Ormai è apprezzato volto televisivo da qualche anno: MasterChef Italia e Hell’s Kitchen su Sky, ospitate in ogni dove. E adesso sbarca anche a Sanremo. Ok, che sarà mai? È uno chef famoso, ci sta che venga chiamato, una volta nella vita, a presenziare all’evento nazionalpopolare più seguito d’Italia. Ecco, giusto, ma il punto è che Carlo Cracco è già stato ospite a Sanremo, precisamente nel 2013, durante il primo Festival della seconda era Fazio. All’epoca aveva il compito facile facile di annunciare quale tra le due canzoni di Annalisa aveva vinto al televoto e dunque sarebbe stata cantata dall’ex amica di Maria nelle sere successive. E stasera? Boh, quale potrebbe essere il ruolo di Cracco accanto a Carlo Conti e Maria De Filippi? Con quest’ultima l’incontro c’era già stato, visto che è stato ospite di “C’è posta per te” come ‘regalo’ nel corso di una delle storie del programma. E lì ok, ci sta. Se qualcuno ti segue e ti apprezza tanto e puoi regalare un’emozione, bene così. Ma qui a Sanremo perché? Ha un po’ stufato, il pur televisivamente efficace Carlo Cracco.

Soprattutto perché non si riesce a cogliere il senso di questa presenza. Cioè, per porla in termini ancora più chiari: a Cracco serve essere a Sanremo? Se sì, perché? La risposta ce l’ha solo il bel tenebroso Carlo, e probabilmente non ce la svelerà mai. Sono affari suoi, beninteso, anche se è difficile che la signora appoggiata stancamente alle transenne di fronte all’Ariston per fare un selfie con Al Bano possa permettersi una cena nel ristorante milanese di Cracco. Dunque, più che marketing, potrebbe essere egocentrismo. Che non è un crimine, d’accordo, così come non lo è chiedersi il motivo di cotanto presenzialismo. La cucina di Cracco è notoriamente molto elegante, per nulla dozzinale e abbondante. A differenza delle sue presenze televisive. Che sono diventati pesanti e sin troppo abbondanti come un piatto di pasta al forno della domenica da 2000 calorie.

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