Lo scorso ottobre erano stati gli scienziati italiani a individuare un potenziale biomarcatore per la sclerosi multipla. Ora dall’Australia arriva la notizia che i ricercatori della Macquarie University di Sydney hanno individuato nel sangue un biomarcatore della sclerosi multipla, che potrà essere utilizzato in un semplice test. Il biomarker potrà infatti consentire ai medici di stabilire di quale tipo di SM soffra il paziente, con grande precisione e in tempi rapidi. La ricerca, guidata da Edwin Lim e Gilles Guillemin della Macquarie University di Sydney, è riportata nell’ultimo numero di Scientific Reports, la rivista di ricerca del gruppo Nature.

È descritta come uno dei progressi più significativi nel comprendere la malattia. Permetterà in modo semplice e accurato di eseguire una prognosi dei tre tipi di SM e di adattare il trattamento al paziente. La sclerosi multipla, di cui soffrono nel mondo 2,3 milioni di persone, è la malattia neurologica più comune. Colpisce i giovani adulti ed è causata da lesioni alla mielina, la guaina protettiva che circonda le fibre dei nervi nel sistema nervoso centrale. La lesione interferisce con i messaggi dal cervello al corpo, con risultati spesso imprevedibili. Diversi pazienti subiscono sintomi differenti, che per alcuni peggiorano progressivamente mentre per altri si alternano fra ricadute e remissione.

Il biomarker potrà aiutare i medici a stabilire di quale tipo di SM soffra il paziente, con una precisione dell’80-90% e possibilmente entro 24 ore – sostengono i due ricercatori. “Stiamo entrando in un’era di medicina personalizzata e di terapie personalizzate. Questa scoperta permetterà di sviluppare trattamenti individuali in tempi rapidi e il tempo veramente conta, nella SM”.

L’articolo su Nature

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