Ha aggredito con un machete al grido di “Allah Akhbar” quattro militari, che hanno risposto sparando cinque volte. Erano le 9.50 quando a Parigi, nella zona del Carrousel del Louvre, il centro commerciale sotterraneo situato vicino all’ingresso del museo, è scattato l’allarme. Due dei soldati, in servizio per l’operazione Sentinella per la prevenzione di attacchi terroristici, sono rimasti feriti dall’aggressore, che è stato colpito all’addome e trasportato d’urgenza all’ospedale Georges Pompidou. A

Il presidente francese, Francois Hollande, dal summit informale dell’Ue a Malta, ha ringraziato i militari e confermato quanto dichiarato in mattinata dal premier Bernard Cazeneuve. “È stato scongiurato un atto della cui natura terroristica non ci sono dubbi”, ha detto. “La minaccia continua e dobbiamo affrontarla, ragion per cui abbiamo mobilitato così tanti mezzi e continueremo a farlo”, ha poi aggiunto. L’attentatore aveva due zaini che però, dopo i controlli degli artificieri, sono risultati vuoti. Abdallah E-H., 29 anni, egiziano ed era arrivato in Francia con un volo da Dubai, atterrato all’aeroporto di Roissy Charles de Gaulle, lo scorso 26 gennaio. Incensurato, aveva ottenuto un visto per la Francia e sarebbe dovuto ripartire domenica prossima, 5 febbraio.

E sul caso interviene anche il presidente americano Donald Trump che twitta: “Un nuovo terrorista islamico radicale ha appena attaccato al museo del Louvre a Parigi. I turisti sono rimasti bloccati. La Francia di nuovo nel mirino. Fatti furba America”.

L’area è stata chiusa e messa in sicurezza e i circa mille visitatori del Louvre – che riaprirà sabato 4 febbraio – sono stati fatti evacuare. Le autorità hanno disposto la chiusura del museo e della fermata della linea 7 della metropolitana. Un secondo sospetto è stato rintracciato e interrogato dagli inquirenti. L’uomo che ha aggredito i militari col machete – secondo la ricostruzione di Luc Poignant, portavoce del sindacato SGP di polizia, intervistato da Bfmtv – ha provato ad entrare nel corridoio delle boutique del Carrousel du Louvre. Il “piano Sentinelle”, attivo dall’entrata in vigore dello stato d’emergenza successivo agli attentati del 13 novembre, è scattato immediatamente e il Louvre resta “chiuso fino a nuovo ordine”. Sull’account Twitter del ministero dell’Interno si invita a “non diffondere false informazioni. Seguire le istruzioni di sicurezza diffuse tramite gli account ufficiali”.

L’operazione “Sentinelle” – I due militari feriti sono alcuni dei 7500 soldati attualmente impegnati nell’operazione “Sentinelle”, il maxi piano di sicurezza, attivato in Francia nel gennaio 2015, dopo gli attentati alla redazione di Charlie Hebdo, che mobilitò all’epoca fino a 10mila militari, divisi tra Parigi e il resto del paese, per supportare il lavoro di poliziotti e gendarmi nel contrasto alla minaccia terroristica.

L’operazione Sentinelle fu organizzata, dopo l’attentato di gennaio 2015, in soli tre giorni: furono 10.500 i militari dispiegati sul territorio, con l’obiettivo di “dissuadere e proteggere”. Costantemente criticato, si parlò molto della possibilità di abbandonarlo nel corso dell’anno, senza però che nessuno facesse alcun annuncio concreto in merito. L’operazione è andata avanti nel corso dei mesi, fino a una sua riorganizzazione, a settembre 2016.

Se all’inizio i soldati erano piuttosto impegnati in picchetti davanti a edifici o luoghi sensibili, successivamente l’attività di vigilanza si è spostata nelle strade parigine, soprattutto dopo gli attentati del 13 novembre 2015, con ronde e pattugliamenti, sopratutto nelle zone di interesse culturale, nei centri commerciali e nelle scuole, in base a orari di apertura e di maggiore presenza di persone. Dopo l’attentato di Nizza, del 14 luglio 2016, i militari sono stati “orientati soprattutto verso i luoghi di grande frequentazione, oltre che nel controllo alle frontiere“. Il numero degli uomini impegnati ha subito, dall’inizio dell’operazione, oscillazioni a seconda delle esigenze. All’inizio dello scorso settembre, la cifra si è attestata a 7500 unità, con rinforzi costituiti da 3000 riservisti mobilitati.

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