Sono esterrefatto. Ho letto con molta attenzione le oltre duecento pagine del bando “centralizzato” per i reparti di oculistica degli ospedali pubblici della regione Lombardia sul sito di Arca (Azienda Regionale Centrale Acquisti) in scadenza il 26 gennaio 2017, ora prorogato al 20 febbraio.

Fermo restando che sono assolutamente d’accordo sulla centralizzazione degli ordini di materiale sanitario, sono sempre più sbalordito del modo di svolgere i bandi. Come forse avrete letto i bandi sanitari sono spesso “veicolati in modo tale che nessuno, se non i soliti noti, possano vincere.

Ma nel bando di Arca è, se vogliamo, peggio. Cito solo una cosa importante, molto importante per il cittadino. All’allegato 4 del capitolato tecnico al punto 2,1 si rileva come per i requisiti sia accettata l’offerta sia per lenti intraoculari idrofile che idrofobe.

Certo è che a livello mondiale si è ormai più volte stabilito che le lenti intraoculari idrofobe possono portare ad una complicanza minore di cataratta secondaria che necessita di un trattamento laser costoso per il sistema nazionale e rischioso per il paziente. Proprio su questa complicanza scrissi vari articoli sui controlli sanitari nel 2003 e 2008.

Allora mi domando. La società Arca da quanti “tecnici” è costituita pagati dai contribuenti? La commissione giudicatrice da chi è composta? Perché a pensar male il trucchetto per spostare la sanità pubblica verso il privato, spesso con medici consenzienti, continua. Restiamo nell’esempio di cui ho parlato dove si confondono lenti che danno minori complicanze con lenti con complicanze maggiori si rischia di poter avere la possibilità di dire: il sistema sanitario nazionale garantisce protesi (la lente intraoculare è una protesi) di scarsa qualità, se vuole può farsi operare privatamente.

Inoltre con capitolati così scritti e tagliati all’osso, anche per poter pagare tutti i “tecnici” di Arca, c’è il rischio che le aziende non partecipino più ai bandi pubblici, favorendo il privato. Ad esempio per il bando riguardante gli stent per chirurgia vascolare l’Assobiomedica ha scritto una lettera ad Arca e a tutte le associazioni di categoria, in cui si specifica come “proprio ai fini del valore delle prestazioni, è auspicabile maggior attenzione alla valutazione della qualità, definizione dei fabbisogni e garanzia di appropriatezza terapeutica, ricordando la funzione ‘salva vita’ dei dispositivi medici da acquistare”. Sembrerebbe che tale bando sia andato poi deserto.
Stiamo assistendo al funerale lento ma inesorabile della sanità pubblica.

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