Torre Piloti: contagiri rotti e precedenti ignoranti. Sentenza tra poche settimane È il processo in cui la Procura ha sostenuto un’accusa a più ampio spettro.

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Per il crollo della Torre Piloti di Genova, causato dall’impatto con il cargo Jolly Nero, a pagare dev’essere anche il consigliere e delegato dell’armamento della Ignazio Messina, Giampaolo Olmetti perché “non ha mai disposto correttivi per evitare il ripetersi di situazioni di pericolo con le navi della flotta tenendo anche conto di una ventina di casi precedenti”, ha detto il pm Walter Cotugno durante la requisitoria. A causa di un guasto al motore, il 7 maggio 2013, il cargo non riuscì a invertire il senso di marcia durante la manovra per uscire dal proto ligure e demolì la torre, provocando 9 morti. Cotugno sostiene che diversi organi tecnici “hanno rilevato che ci sono state azioni correttive non adeguate ai gravi rischi prevedibili con default del motore”. Una condotta “frutto di una scelta” e che è “durata negli anni, inserita nella gestione aziendale” anche al fine di “contenere i costi”. L’accusa ha per esempio accertato che i contagiri in plancia erano inservibili, nonostante il capitano Roberto Paoloni avesse annotato gli stessi come funzionanti sulla check-list alla partenza. La sentenza di primo grado è prevista tra marzo e aprile 2017, mentre è ancora aperto un filone d’indagine sui controlli “soft” del Rina, il Registro Navale Italiano. Il team di legali di Adele Chiello Tusa, mamma di Giuseppe Tusa, morto nel crollo, hanno chiesto i “danni punitivi” alla Messina per una cifra vicina ai 3 milioni di euro.

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