Lapo se n’è andato e non ritorna più. O meglio, magari torna, perché non ha detto addio, ma solo arrivederci. Il che ci mette al riparo dall’arrivo sulle scene di una nuova Laura Pausini, perché di brutte notizie così, una basta e avanza. E la notizia è che Lapo lascia i social. Almeno per un po’. Perché, dice (ovviamente sui social, e dove se no?), che preferisce vivere la vita reale. Sottintendendo, quindi, che quella dei social non è vita. Il che ingenera un paradosso degno di Wells. Il fatto è che Lapo sui social ci è sempre stato, e si è sempre beccato anche un sacco di merda. Un pochino, ma giusto un pochino, eh, per merito suo, perché la vita reale di Lapo non è che sia esattamente l’incarnazione del low profile e della routine. Per dire, è noto come il mondo dei social sia una sorta di amplificatore potentissimo dei mal di pancia della gente. Star qui a fare un singolo caso sarebbe come voler indicare un singolo capello nero sulla testa di una finta bionda per parlare del problema della ricrescita. Uno ha successo, ecco che arrivano gli haters. Uno ha successo e fa una cazzata, ecco che arrivano milione di haters. Uno presta minimamente il fianco, ecco che arrivano miliardi di haters. Lapo, sul fronte cazzate, è una sorta di maestro Jedi. Lo Yoda delle cazzate. Anche qui, cercare esempi esemplari diventa operazione improba. Su tutte, magari, la volta che è andato a divertirsi lasciando la sua auto, in tinta mimetica, quindi vagamente eccentrica, sulle rotaie del tram.

Per non dire dell’ultima vicenda di cronaca, che l’ha visto, stando ai quotidiani americani, chiedere un micro riscatto di diecimila dollari ai familiari, perché in mano a presunti rapitori. Roba che manco La banda del Buco. Ma è proprio per questo che Lapo ci piace, e piace alla gente, anche quella che lo insulta. Oltre mezzo milione i suoi followers su Instragram, trecentocinquantamila su Facebook, non proprio noccioline. Tanta gente che da oggi, se vorrà avere a che fare con lui, con il Shane McGowan della famiglia Agnelli, dovrà cercarlo offline, nella vita vera. Perché Lapo questo cerca, oggi, una vita vera. Una vita, si suppone, che lo veda camminare sempre su quei binari (no, non quelli del tram bloccato dalla sua auto in tinta mimetica), dai quali è spesso uscito, come il Buffalo cantato da De Gregori in Buffalo Bill. Ecco, Lapo oggi vuole mettere la testa a posto, e per farlo, sembra, ha optato per disintossicarsi dai social. Fermi tutti, non state lì a fare battutine, anche i social danno dipendenze, e gestirli può essere un lavoro duro, specie per chi, magari, non ha una concezione della vita da quaranta ore settimanali alla catena di montaggio, a meno che non si tratti delle quaranta ore di qualcun altro.

Ci mancherai, Lapo, sapere che te ne vai dai social proprio oggi che il tuo collega John Lydon compie gli anni, sessantuno per la precisione, fa assumere al tutto uno strano sapore. Perché sapere che la sola rockstar italiana non accompagnerà le nostre giornate online è un po’ come scoprire che la nostra vecchia maestra non insegna più alla scuola che frequentavamo da bambini, che l’edicola dove compravamo le figurine è diventata un negozio di sigarette elettroniche (quindi ora è chiusa definitivamente) e che le riviste porno che leggevamo da ragazzini oggi non esistono più. Per dirla con Moretti, i pomeriggi con pane e Nutella non torneranno mai più, ma tu, almeno, torna, torna presto.

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