Otto ore sotto il tiro incrociato delle opposizioni in consiglio comunale. Otto ore per respingere le accuse di conflitto di interessi nella vicenda di una concessione balneare che lo vede coinvolto nella doppia veste di sindaco e di imprenditore. E, alla fine, la decisione: “Cederò a breve la quota societaria in mio possesso”. È stata una autentica maratona quella che ha dovuto affrontare Alessandro Ferro, primo cittadino pentastellato di Chioggia, a poco più di un semestre dalla sua elezione. L’attacco era annunciato da tempo e aveva avuto come preludio un precedente consiglio comunale, che aveva rimandato la discussione sugli interessi del sindaco e sulle possibili interferenze con la sua attività politica.

Pietra dello scandalo è la società in accomandita semplice Ultima Spiaggia, di cui Ferro è socio. Nel 2014 la società era subentrata nella gestione di una parte di spiaggia in precedenza assegnata a una parrocchia. Il sub ingresso era stato autorizzato dal Comune e lo stabilimento balneare era stato aperto. Un altro concessionario (Chiara srl) aveva però presentato ricorso al Tar, ottenendo l’annullamento dell’assegnazione della concessione a Ultima Spiaggia, perché non era stata seguita la procedura concorsuale. Adesso pende un ricorso al Consiglio di Stato dove è citato anche il Comune, che nel frattempo dovrebbe attuare la revoca della concessione a Ultima Spiaggia. Nel frattempo Ferro è diventato sindaco, il che crea una situazione, almeno potenziale, di conflitto di interessi. Ma per le opposizioni era anche una causa di ineleggibilità perché Ferro aveva aperto un contenzioso che coinvolgeva anche il Comune. La vicenda era esplosa a dicembre quando l’avvocato della società che aveva vinto il ricorso aveva cominciato a chiedere al Comune di dare esecutività alla decisione del Tar.

In consiglio comunale Ferro ha spiegato il suo punto di vista. “I ricorsi si sono chiusi ancora nel 2015 quando io non ero sindaco e non hanno mai visto la società Ultima Spiaggia contro il Comune. Sul fatto che la sentenza sarà rispettata non ci sono e non ci sono mai stati dubbi. Ho fatto un atto di non ingerenza sulla questione che verrà seguita direttamente dal vicesindaco Marco Veronese”.

Eppure poche settimane fa era stato Ferro a scrivere, come sindaco ma dalla sua mail privata, all’avvocato della controparte. “Mi era stata portata la copia cartacea di una mail arrivata all’indirizzo del sindaco. In quel momento non avevo a disposizione la mail ufficiale e ho risposto con quella privata. Ma su questa cosa si è fatta una discussione, a mio avviso, eccessiva ed esagerata. Nell’email si chiedeva un appuntamento che io ho dato e poi, sentita la segreteria e capito l’argomento dell’incontro, ho annullato tutto e invitato la controparte a rivolgersi all’Avvocatura civica e non al sindaco”. Insomma, quell’incontro non c’è mai stato. Il sindaco ha spiegato di essere pronto a cedere le quote in suo possesso per fugare ogni sospetto. In sua difesa è intervenuto il segretario generale Michela Targa, secondo cui non c’è stato conflitto d’interessi perché il sindaco “non ha partecipato, in prima persona, all’approvazione di delibere che riguardino argomenti su cui è direttamente interessato”.

Le spiegazioni non hanno convinto le opposizioni, tutte schierate contro il Movimento Cinque Stelle. Beniamino Boscolo di Forza Italia e Jonatan Montanariello del Pd hanno chiesto le dimissioni di Ferro e annunciato l’invio di un esposto alla Procura della Repubblica di Venezia. Secondo loro il sindaco avrebbe messo mano alla macchina comunale, cambiando i dirigenti, compreso quello al demanio, competente sulle spiagge e le concessioni balneari. E hanno denunciato come la moglie del sindaco, Sara Crivellari, sia subentrata nel 2014 a un’altra concessione, che nel maggio scorso – quando Ferro non era ancora sindaco – aveva ottenuto dal Comune un prolungamento per altri 19 anni, poi cedendo la concessione a Ultima Spiaggia. E il consigliere leghista Marco Dolfin ha mostrato due foto della spiaggia di Sottomarina. Fino a pochi giorni fa c’era un chiosco in area demaniale, mentre avrebbe dovuto essere stato rimosso a fine estate. Adesso è miracolosamente scomparso assieme ai bagni. Replica del sindaco: “Il chiosco sarà stato rimosso nei tempi e nei modi decisi dall’altro socio della società. Chiedetelo a lui”.

Annuncio serale del sindaco: “Si è voluto fare un processo politico, su una vicenda strettamente personale pregressa all’elezione, da cui non ho avuto nessun vantaggio personale. Ma per sgomberare ogni dubbio cederò a breve la quota societaria in mio possesso”.

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