Sciogliere le Camere e andare subito al voto. Oppure applicare prima anche al Senato il Legalicum, e cioè la versione dell’Italicum senza ballottaggio – e con il sorteggio per i capilista eletti in più collegi – rimasta in piedi dopo la sentenza della Consulta. È la richiesta avanzata da Beppe Grillo al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Nel day after della sentenza della Corte costituzionale, che ha bocciato parzialmente la legge elettorale del governo di Matteo Renzi, il leader del Movimento 5 Stelle scrive al capo dello Stato per chiedergli di andare – in qualche modo – alle urne.

“Da ieri finalmente l’Italia ha di nuovo una legge elettorale costituzionale per la Camera e una, diversa, per il Senato. Lei ha fatto sapere che prima di sciogliere le Camere voleva essere sicuro che le leggi elettorali per le due camere fossero armonizzate“, scrive il leader del M5s, riferendosi alla richiesta del capo dello Stato di mettere in campo “sistemi elettorali omogenei” prima di andare alle urne. “La proposta già depositata dal MoVimento 5 Stelle in Parlamento – continua Grillo – va proprio nel senso da lei indicato e chiede di applicare il Legalicum (la legge battezzata ieri dalla Consulta) anche al Senato e poi votare subito. Il segretario del Pd, il partito di maggioranza che esprime il governo, ha detto che vuole andare al voto. Certo, capisco che lei non si fidi di uno che dice una cosa e fa il suo contrario, ma purtroppo siamo costretti a dover avere a che fare anche con queste persone”. Da qui la richiesta duplice del leader dei 5 Stelle al capo dello Stato: “O scioglie immediatamente le Camere, o esorta tutte le forze politiche a seguire il MoVimento 5 Stelle nella rotta anche da lei indicata e applicare il Legalicum al Senato, in modo da avere un’armonizzazione effettiva delle leggi elettorali tra le due Camere”. Due quindi le ipotesi per Grillo: la prima è andare subito al voto applicando alla Camera l’Italicum senza ballottaggio, e al Senato il Consultellum, cioè quello che è rimasto del Porcellum dopo la sentenza della Consulta del 2014. In alternativa il leader M5s chiede tornare alle urne applicando anche a Palazzo Madama cioè che è rimasto dell’Italicum dopo la sentenza degli alti giudici.

“Presidente – continua il post sul blog – il Paese è arrivato al limite della sopportazione. Dopo la vittoria del No al Referendum costituzionale del 4 dicembre i cittadini si aspettavano un cambio di rotta, che non è arrivato: è stato fatto un governo fotocopia di quello precedente. Questo governo è completamente immobile, così il Parlamento. Questa situazione non può andare avanti a lungo. L’Italia ha bisogno di risposte immediate alle esigenze sempre più pressanti e urgenti della popolazione. La disoccupazione inarrestabile, lo sfaldarsi del tessuto della piccola e media impresa, la svendita dei gioielli italiani all’estero, la povertà dilagante. Un governo immobile per paura di infastidire un segretario di partito e, stando alle parole dei vertici, ormai senza più il sostegno della maggioranza dei deputati, non può prendere misure efficaci alla risoluzione di questi problemi. Non si può andare avanti così, Presidente. Credo di interpretare in questo modo la voce del popolo. Quella non sbaglia mai”.

Quindi un post scriptum che – come accade spesso sul blog – ha un oggetto completamente diverso rispetto a quello dell’articolo principale: “Non esistono ancora liste certificate del MoVimento 5 Stelle per le elezioni comunali del 2017. Esiste una procedura di certificazione prima della quale nessuna lista può presentarsi come lista ufficiale o candidato sindaco del MoVimento, in caso contrario si rischia una diffida”.

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