Il sistema Autopilot di guida semi-autonoma Tesla non ha alcun difetto, dunque non ci sarà un richiamo delle Model S in circolazione negli Stati Uniti. Dopo sei mesi di indagini è questo il risultato del procedimento portato avanti dalla National Highway Safety Administration, in seguito all’incidente in cui aveva perso la vita nel maggio 2016 l’ex marine Joshua Brown mentre era al volante della sua Model S con l’autopilota inserito.

L’uomo, confidando nel sistema di guida automatica, stava guardando un film quando la sua auto si è schiantata contro un tir che viaggiava sulla corsia opposta e stava girando a sinistra. L’azienda californiana allora giustificò l’accaduto spiegando che sensori e telecamere avevano confuso la fiancata bianca del tir con il cielo, in quel momento particolarmente chiaro, non riconoscendo l’ostacolo.

Dai rilevamenti effettuati, non risulta che Brown avesse azionato i freni nei sette secondi precedenti allo scontro, probabilmente distratto dallo schermo. Nè era scattata la frenata d’emergenza, per i motivi di cui sopra, con le tragiche conseguenze che ne sono seguite.

Va sottolineato, tuttavia, che l’Autopilot ha solo la funzione di assistere chi è al volante, non di sostituirsi ad esso. E Tesla, proprio per evitare il ripetersi di un evento sfortunato come quello di Brown, aveva provveduto ad un aggiornamento del software che obbligava il conducente a tenere sempre le mani sul volante, pena la disattivazione dell’Autopilot stesso.

Le indagini della NHTSA sono state portate avanti analizzando tutti i dati di bordo relativi alle Model S e alle Model X immatricolate nel biennio 2014-2016 e dotate di sistema Autopilot. La conclusione dell’ente americano è stata non solo che Tesla non è responsabile della morte di Brown, bensì che sulle auto equipaggiate con il suo sistema di guida semi-automatica il tasso di incidenti è diminuito del 40%. Grazie soprattutto alla tecnologia AutoSteer, tramite cui è possibile mantenere la vettura all’interno della carreggiata.

Assoluzione con lode, dunque? Stavolta pare di si, ma non significa che queta vicenda non debba servire come monito per il futuro. Lo fa capire la stessa NHTSA, quando dichiara: “continueremo a monitorare, riservandoci il diritto di intervenire a seconda delle circostanze”. Elon Musk, e gli altri costruttori che stanno sviluppando la guida autonoma, sono avvisati.

Articolo Precedente

Dacia, dal low cost ai record di vendite. La concretezza (a volte) paga

next
Articolo Successivo

Cybercrimine, sotto attacco le auto connesse. Per ora furti via web, ma cosa succederà con la guida autonoma?

next