“Sulla Raggi credo che io non debba dire nulla. Quello che dovevamo fare lo abbiamo fatto, in modo doveroso. La nostra valutazione riguardava un profilo amministrativo. Gli aspetti penali spettano alla magistratura e io non sono abituato a commentare le attività. Credo che gli atti dovessero essere trasmessi alle autorità perché erano emersi dei profili che sono compito dell’autorità valutare”. Così Raffaele Cantone, presidente dell’Anac, commenta l’avviso di garanzia al sindaco di Roma Virginia Raggi, dopo aver presentato i dati della nuova edizione del Cpi – Indice di Percezione della Corruzione 2016. “Il parere dell’Anac evidenziava a nostro modo di vedere l’esistenza di un conflitto d’interesse tra il ruolo del dirigente del servizio e la presenza dei soggetti scrutinati del fratello. E che questo conflitto di interessi – sottolinea – non ritenevamo potesse essere superato dall’indicazione che il sindaco faceva sul fatto che avesse avuto un ruolo di primo piano. E questo a prescindere dal fatto se il ruolo c’era stato o no che non spetta all’Anac verificarlo”. A chi gli domanda quanto sia grave la vicenda, Cantone risponde: “Non spetta a me valutare questo aspetto. La gravità la valuta la magistratura, noi – sottolinea – abbiamo evidenziato che c’era un conflitto d’interessi. Credo che sia anche giusto evidenziare che l’atto dell’Anac ha prodotto immediatamente anche una reazione amministrativa con la revoca del provvedimento. Credo sia un dato da evidenziare in maniera positiva, non tutti i nostri atti ricevono questa accoglienza dalle amministrazioni”.

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