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Melania Trump non è una principessa da salvare

Si è innescato un processo mentale secondo cui, visto che non si condividono le idee politiche di Trump, è compito di ogni singolo cittadino del mondo libero scandagliare palmo a palmo la vita, soprattutto privata, di Mister Orange e investire tutto il nostro progressismo illuminato per dimostrarci migliori di lui. Un progressimo bislacco, tuttavia, visto che gli stessi eroi pronti a salvare Lady Melania, continuano da giorni a bullizzare online Barron Trump

La polemica di Domenico Naso

La Casa Bianca non è un maniero incantato, la Trump Tower non è una torre difesa da un drago e Melania Trump, la nuova First Lady degli Stati Uniti, non è una principessa da salvare. Dal giorno dell’insediamento in poi, complice le maniere non certo galanti del neopresidente e un’espressione triste assai della di lui consorte diventata virale, sui social network, sui siti di informazione e sui giornali è tutto un tripudio di “salviamo Melania dall’orco Donald”.

Si è innescato, in pratica, un processo mentale secondo cui, visto che non si condividono le idee politiche di Trump, è compito di ogni singolo cittadino del mondo libero scandagliare palmo a palmo la vita, soprattutto privata, di Mister Orange e investire tutto il nostro progressismo illuminato per dimostrarci migliori di lui. Un progressimo bislacco, tuttavia, visto che gli stessi eroi pronti a salvare Lady Melania, continuano da giorni a bullizzare online Barron Trump, il decenne rampollo, con diagnosi di autismo fatte via social network e sfottò da bettola di periferia nei confronti di un bambino.

Ecco, tocca svelare un segreto a questi cavalieri senza macchia del progressismo: siamo nel 2017, Melania Trump è una donna di 46 anni, presumibilmente capace di intendere e di volere, che sta al fianco di un uomo ricco e potente (antipatico e detestabile quanto vi pare) e che ha scelto come marito ormai dodici anni fa. Non sembra una sprovveduta in pericolo, prigioniera di un matrimonio da incubo, e soprattutto, anche se fosse, sarebbe perfettamente in grado di salvarsi da sola.

Non è dato sapere se il rapporto matrimoniale tra il presidente americano e la First Lady proceda bene o meno. Forse sì, forse no. Forse va tutto a gonfie vele, forse vivono da separati in casa da anni. A parte il “chi se ne frega” di ordinanza (che dovrebbe valere per la vita privata di chiunque, dal postino al Papa), però, la verità incontrovertibile è una e una soltanto: a Melania va bene così.

Visto che, ripetiamolo ancora una volta, siamo nell’anno domini 2017, una donna ricca e indipendente come lei potrebbe tranquillamente divorziare (peraltro incassando un bel gruzzoletto) e se non lo fa, si rassegnino i principi azzurri (ambosessi) pronti a salvarla in groppa a un cavallo bianco. Si salverà da sola, qualora ne avrà bisogno. Politicamente troviamo detestabili le idee di Donald Trump? Bene, contrastiamolo politicamente. Per quanto possiamo, visto che siamo singoli e inermi cittadini di un’altra nazione. Ma è lecito e dovuto, questo tipo di impegno politico, dunque ben venga.

Quello che non si sopporta più, invece, è la retorica della donna prigioniera dell’orco cattivo, una posizione che, paradossalmente, è tutt’altro che progressista e femminista e che considera la donna (in questo caso Melania) come un’idiota incapace di salvarsi da sola. Basta, per carità, con i pippotti di questo genere. Melania probabilmente sta bene dove sta. E in caso contrario, udite udite, sono affari suoi.

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