Festival di Sanremo 2017

Sanremo 2017, tutte le accuse di plagio nate all’Ariston: dalla Carrà che ammicca ai Beatles a Gianni Bella contro Nek

Tutti cantano Sanremo e nella città dei fiori anche le accuse di plagio o scopiazzature ben fatte di testi e melodie hanno sempre conosciuto accenti esasperati. Specie quando i dischi venivano venduti a milioni.

di Maurizio Di Fazio

Alla fine della fiera, l’unico brano condannato con sentenza passata in giudicato in questi lunghi 67 inverni di Festival di Sanremo è stato” Taxi”, scritto nel 1970 da Pace-Panzeri-Conti-Argenio e cantato da Antoine e Anna Identici. “Taxi taxi/il mio amore è finito lì/taxi taxi/è finito quel lunedì” il suo refrain. “Risarcimento danni e distruzione degli spartiti e delle copie fonografiche” recitò la sentenza. La querelante era una  musicista dilettante, Maria Pia Donati Minelli, e non volle mai saperne di transazioni sottobanco: dopo anni di carte bollate e aule di tribunale, fu risarcita con 110 milioni di lire oltre al pagamento delle ingenti spese processuali. “Taxi” aveva plagiato la sua “Valzer brillante”, composta quando gli italiani tornavano finalmente al voto democratico, nel 1948. Tre anni dopo, tutti avrebbero cominciato a cantare Sanremo.

Sanremo 2017, tutte le accuse di plagio nate all’Ariston: dalla Carrà che ammicca ai Beatles a Gianni Bella contro Nek - 7/7
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