Il congresso del Pd? Se si apre “è possibile che mi candido. Di certo non starò a guardare”. Matteo Renzi? “Ha sbagliato a dimettersi dopo il referendum”. La riforma Boschi? “Sballata, un pastrocchio scritto da persone poco competenti”. Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca? “Un interlocutore inevitabile per il Sud”. Parola di Michele Emiliano, il governatore della Puglia che – ospite di del programma ‘Faccia a Faccia‘, condotto da Giovanni Minoli – rilancia una sua possibile candidatura alla segreteria dem. E in caso di vittoria al congresso ha spiegato che comunque porterà a termine il suo mandato alla regione. Questo perché “da solo non si va da nessuno parte, mi auguro che questo sia compreso da tutto il Pd“, che – per l’ex primo cittadino di Bari – deve guardare al centrosinistra. “Immaginare di tenere insieme dal cattolicesimo democratico alla sinistra è un’idea giusta, un buon progetto”, ha detto.

Tema fondamentale dell’intervista in onda questa sera su La7,  ovviamente, è la figura di Matteo Renzi, che per il Emiliano “ha sbagliato a dimettersi da Palazzo Chigi, è incredibile  che il premier su un referendum costituzionale si dimetta. Ha fatto un favore a tutti i suoi avversari”. Analogie tra il segretario dem e l’attuale presidente del consiglio Paolo Gentiloni? “Tra loro c’è sicuramente una differenza personale“, ha risposto Emiliano, che è poi tornato a criticare la riforma Boschi. “Era totalmente sballata, era un pastrocchio scritto anche da persone poco competenti”, ha detto il presidente pugliese, secondo il quale, però, il fronte del Sì ha perso al Sud perché l’ex premier non ha capito il Meridione. “Qui Renzi non arriva, è troppo complicato per lui. E’ abituato in Toscana dove se uno si candida con il Pd viene eletto. Questo perché in Toscana e Emilia il Pd vive naturalmente la sua dimensione. Nel Sud doveva scegliere le persone con cui parlare”.

Tra queste l’ex sindaco di Bari inserisce il governatore della Campania Vincenzo De Luca, definito come  “interlocutore inevitabile per il sud”. Poi quando Minoli gli chiede dove andrà il prossimo weekend, se all’assemblea convocata da Renzi con gli amministratori locali a Rimini o all’incontro convocato a Roma da Massimo D’Alema, Emiliano risponde: “Al raduno di Rimini vado volentieri, se avrò tempo. A quello di D’Alema anche, vediamo, ma non capisco il partire dalle riforme. Io non sto né con gli uni né con gli altri, sono un semplice militante Dem”.

E se invece fosse il leader del Movimento 5 Stelle? “Il M5s è un fenomeno affascinante – ha concesso il governatore – e sarebbe fantastico esserne il leader ma non credo che mi prenderebbero, mi caccerebbero subito perché sarei subito contrario a qualche affermazione del capo”. E la sinistra? Esiste ancora la sinistra? “Ne ho in mente una – dice l’esponente dem – che si occupi soprattutto di quelli che da soli non ce la possono fare, e sono tantissimi. E noi ce ne siamo totalmente dimenticati. Siamo un Paese piccolo, ognuno deve partecipare al progetto della costruzione di una comunità. Se i partiti servono solo ad eleggere un uomo che salva tutti vanno a finire male”.

L’ex primo cittadino barese, poi, ne ha anche approfittato per togliersi qualche sassolino dalla scarpa sul tema Ilva.  “Il ministro Calenda – accusa – mi ignora e racconta fatti a modo suo. Se avrà modo di incontrami ne sarò felice e spiegherò a lui quello ho spiegato in un incontro con Papa Francesco, la tecnica della decarbonizzazione”. Ma il ministro ha fatto sapere di essere  “disponibilità ad incontrare il governatore Emiliano quando vuole per parlare, auspicabilmente in modo costruttivo, di Ilva e Tap“. Aggiungendo di “averlo già dichiarato tempo fa” e di “aspettare fiducioso che Emiliano si manifesti quanto prima”.

 

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