Toyo Ito 2, il ritorno. “Il mio Calice va rottamato e sostituito”. Parole dell’archistar giapponese dopo il sopralluogo allo stabilimento della Clax a Pomezia, che ha prodotto la sua opera. Inaugurata a Pescara, ideata per durare secoli e collassata su se stessa a due mesi dall’installazione. Il nuovo progetto dell’architetto, accolto come un divo in questi giorni in Italia nonostante quanto accaduto, dovrebbe prendere corpo a maggio. Si avvia così verso una soluzione il contenzioso legale col Comune abruzzese, che chiedeva più di un milione di euro di danni per il collasso-record del suo “gioiello” precedente.

Otto anni fa Toyo Ito, sacerdote dell’architettura contemporanea, sfornò per Pescara un’opera d’arte urbana chiamata “Wine Glass”. Una sorta di bicchierone di vino in plexiglass fortemente voluto dall’allora sindaco Luciano D’Alfonso per riqualificare il cuore cittadino, Piazza Salotto. Ma il manufatto made in Japan, costato circa un milione e trecentomila euro e inviso seduta stante ai pescaresi, oltre a portare male a D’Alfonso (finì agli arresti domiciliari a pochi giorni dalla sua inaugurazione) conobbe un destino infame: a due mesi dalla sua installazione, senza dolo esterno, si accartocciò su se stesso. L’opera super-glamour implose e fu rimossa: ne è seguita una lunga disputa legale con l’azienda italiana che l’ha realizzata materialmente, la Clax. Venerdì si terrà una nuova udienza della causa civile. Ma la strada è ormai quella di un accordo transattivo tra le parti. L’archistar nipponica creerà (gratis) un suo nuovo concept, un suo nuovo “sogno” d’arte urbana per la città di D’Annunzio e Flaiano. Sperando che stavolta regga. E il Comune di Pescara sotterrerà l’ascia di guerra in tribunale. Una specie di cambio-merce nel nome dell’arte. Resta da capire se si tratterà di un nuovo Bicchierone, che stavolta forse non sarà più in plexiglass.

Nel fine settimana scorso Toyo è tornato in visita a Pescara, e l’accoglienza (istituzionale) è stata fastosa. Nessuna contestazione per il flop del Wine Glass. “Abbiamo voluto questo incontro per cercare di risolvere positivamente un contenzioso che dura da anni – così il sindaco Marco Alessandrini -. Per questo abbiamo radunato intorno a un tavolo con Toyo Ito tutti i soggetti interessati a una soluzione, per non far perdere alla città la possibilità di ospitare un’opera di un architetto della sua fama mondiale e del suo calibro. Oggi cerchiamo di sanare una ferita, di promuovere accordi transattivi per evitare lo scontro a vantaggio della città. Chiudiamo la giornata con la disponibilità del Maestro”. Mentre il governatore abruzzese Luciano D’Alfonso ha detto: “Il dolore accusato dalla sua opera d’arte è un dolore accusato dall’intera città di Pescara. Io stesso ne ho portato le cicatrici che poi si sono trasformate in segni di vittoria. Anche per questo sarei felice se un’altra opera d’arte del maestro giapponese Toyo Ito riguardasse l’Abruzzo”.

(immagine tratta da YouTube)

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