Julian Assange accettera l’estradizione negli Stati Uniti se Barack Obama concederà la grazia a Chelsea Manning. Lo scrive WikiLeaks sul suo account Twitter. Un annuncio che segue, a distanza di 24 ore, l’appello rivolto al presidente uscente da Edward Snowden per la clemenza nei confronti di Chelsea Manning, all’anagrafe Bradley Manning, il soldato transgender che sta scontando dal 2010 una pena di 35 anni nel carcere militare di Fort Leavenworth negli Usa, per aver rivelato informazioni segrete sia militari che diplomatiche tramite il sito di Assange.

L’annuncio del patron di WikiLeaks rappresenta un colpo di scena. Dal 2012 rifugiato presso l’ambasciata dell’Ecuador a Londra e considerato nemico pubblico degli Stati Uniti per le sue rivelazioni, Assange è indagato dalla Svezia per stupro e abusi sessuali. A novembre i procuratori di Stoccolma lo hanno interrogato in ambasciata e Assange ha pubblicato online la deposizione nella quale si dichiara del “tutto innocente” e afferma di essere stato sottoposto a un trattamento “crudele, disumano e degradante”.

Dopo essere entrato a gamba tesa nelle elezioni presidenziali americane pubblicando su WikiLeaks mail di Hillary Clinton, del suo staff e del Partito democratico, due giorni fa è di nuovo intervenuto pesantemente nel dibattito pubblico americano definendo l’ultimo rapporto degli 007 Usa che vuole dimostrare l’interferenza della Russia nelle elezioni americane “piuttosto imbarazzante per la reputazione dei servizi di intelligence” di Washington.

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