Aveva aderito alla campagna Sai chi voti di Riparte il futuro, ma quando è arrivato il momento di scegliere gli amministratori delle partecipate non tutti gli impegni sono stati mantenuti. L’accusa, rivolta alla sindaca di Brindisi Angela Carluccio, arriva dagli stessi promotori dell’iniziativa: “Con rammarico constatiamo che alcuni criteri fondamentali non sono stati adottati”, scrive Riparte il futuro in una nota, pur sottolineando che un primo risultato è stato raggiunto. “La partecipazione della società civile, delle opposizioni e di altre organizzazioni intervenute nel dibattito pubblico ci rende più che felici”, tuttavia sarebbero almeno tre i passaggi previsti dalla sottoscrizione della campagna non rispettati dall’amministrazione brindisina.

“È mancata la pubblicazione dei curriculum vitae degli auditi, prima della data dell’audizione, in tempi utili per consentire ai cittadini di valutare i profili professionali dei candidati – sottolinea Riparte il futuro – È mancata la pubblicazione dei nominativi dei candidati prima della data dell’audizione pubblica, per le stesse ragioni. È mancata una modifica del regolamento comunale che introducesse un meccanismo stabile, duraturo, non discrezionale e vincolante”.  Inoltre, sottolineano i promotori della campagna, che a ottobre avevano denunciato come molti degli amministratori aderenti all’iniziativa avessero disatteso in parte o totalmente gli impegni assunti, “le audizioni concepite dal Comune di Brindisi non consentivano a cittadini e giornalisti di prendere la parola”. Un aspetto a loro avviso fondamentale: “Il diritto d’intervento è un pilastro portante di questo metodo di selezione dei vertici delle società controllate dalle amministrazioni comunali, il quale funziona proprio a condizione che media, associazioni o cittadini – spiegano – abbiano la possibilità di porre domande agli aspiranti dirigenti, mettendo in evidenza luci e ombre dei loro curricula e delle loro carriere professionali”.

Così a Brindisi sono stati scelti Teresa Bataccia e Vito Camassa, per amministrare rispettivamente farmacie comunali e Multiservizi, società in grave crisi finanziaria che si occupa della gestione di parcheggi e aree verdi, oltre alla pulizia di immobili comunali. E a contestare la modalità di scelta della Carluccio, non è solo Riparte il futuro. Se i promotori della campagna Sai chi voti sollevano un problema principalmente procedurale, le opposizioni vanno oltre. Il Movimento 5 Stelle attacca: “Il regolamento approvato che parlava di trasparenza e competenze, come già dicemmo, non è servito a nulla. Nessuno ha saputo per tempo chi avesse inviato la candidatura, non si conosco ad oggi i parametri con cui sono state valutate le candidature e non si conoscono i curricula dei candidati – dicono i consiglieri Stefano Alparone ed Elena Giglio – Un cittadino qualsiasi che avesse deciso di partecipare all’audizione non avrebbe avuto gli strumenti per capire nulla, figuriamoci farsi una pallida idea dei candidati”. Poi la stoccata: “Per gestire la gravissima situazione della Multiservizi si è deciso di scegliere seguendo percorsi noti alla politica, invece di mettere in piedi una seria manifestazione d’interesse realmente trasparente”.

Camassa, scelto come nuovo amministratore, è infatti ritenuto molto vicino a un consigliere di maggioranza, Umberto Ribezzi, che negli scorsi giorni aveva manifestato un certo ‘mal di pancia’ in un momento molto delicato per la Carluccio. Il 30 dicembre, infatti, la sindaca ha azzerato la propria giunta ad appena sei mesi dalla sua elezione ed è impegnata in questi giorni a rimettere insieme i pezzi della sua variegata maggioranza. “Ha fatto un’audizione farsa che le si ritorce contro, visto che tutti si fanno mille domande su come abbia fatto a scegliere – attacca il consigliere di Forza Italia, Mauro D’Attis – In realtà si trattava e si tratta di una scelta politica spacciandola per trasparenza. La Carluccio si era candidata per cambiare le cose. E in effetti ci sta riuscendo. In peggio, però”. Stesse lamentele del candidato del centrosinistra Nando Marino, che parla di “talent show” e si chiede quale sia “il metodo seguito dalla commissione, anche perché si tratta di nomi che circolavano da giorni. Pura coincidenza? A mio avviso, resta una spartizione di poltrone secondo vecchie logiche politiche, una pantomima”.

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