Un tentativo di golpe. Una guerra di annunci, prima ancora che uno scontro sul terreno. E’ confusa la situazione a Tripoli dove le forze fedeli a Khalifa Gwell, ex primo ministro del disciolto governo islamista di salvezza nazionale, hanno tentato di rovesciare l’esecutivo di unità nazionale presieduto da Fayez Al Sarraj e promosso dall’Onu. Nel primo pomeriggio “gruppi armati hanno assaltato e preso il controllo dei ministeri della Difesa, Giustizia ed Economia a Tripoli“, riportava al Arabiya su Twitter. Poco dopo Ghwell annunciava il golpe: “Torna il nostro governo”, annunciava in diretta tv, spiegando che la situazione a Tripoli è andata “di male in peggio” nell’anno in cui “Sarraj è diventato capo di un governo sostenuto dall’Onu, che è stato un fallimento“.

Un tentativo di golpe durato una manciata di ore. Mentre Ghwell teneva il suo discorso, Giuseppe Perrone, ambasciatore d’Italia a Tripoli, interpellato dall’Ansa, riferiva che non “risulta alcun golpe in atto, le sedi istituzionali nelle quali opera il governo di accordo nazionale sotto la guida di Sarraj continuano a lavorare”. “Abbiamo il controllo di tutti gli edifici che i jihadisti avevano provato a prendere”, confermava poco più tardi Ashraf as-Sulsi, portavoce delle forze speciali del governo Sarraj.

Ma nell’ex capitale la situazione è tutt’altro che sotto controllo da mesi. Già ad ottobre, gli uomini di Ghwell avevano provato a deporre il governo Al Sarraj. Il leader islamista era apparso alla televisione dichiarando che i suoi miliziani “avevano il 100% del controllo della località”, ma la situazione era poi tornata rapidamente alla normalità. Nell’aprile scorso, invece, un gruppo armato aveva attaccato l’abitazione di un componente del Consiglio presidenziale libico, Ahmed Maetig, uccidendo diverse guardie.

Nonostante l’appoggio garantito dalla comunità internazionale al governo di Tripoli, il Paese è sempre più fuori controllo. La settimana scorsa, aerei militari sotto il comando del generale Khalifa Haftar, che appoggia il Parlamento di Tobruk, avevano bombardato la base aerea di Al Jufra, controllata dalle forze fedeli al governo di unità nazionale. Secondo l’Esercito nazionale libico, la fazione guidata da Haftar, nel raid era stato colpito un C-130 che trasportava armi e munizioni per la milizia di Misurata, che combatte a fianco del governo di Tripoli.

Haftar è stato oggi sulla portaerei russa ‘Ammiraglio Kuznetsov’, dove ha discusso, in videoconferenza, con il ministro della Difesa russo Serghiei Shoigu “di lotta ai terroristi in Medio Oriente”. Lo ha reso noto lo stesso dicastero russo ricordando che la portaerei “è adesso di ritorno” verso la base della Flotta del Nord a Severomorsk dopo essere stata schierata a largo delle coste della Siria. Mosca riferisce di aver consegnato a Haftar materiale sanitario “per i militari e i civili libici”.

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