Gaffe, lapsus, sviste, affermazioni imbarazzanti: anche nel 2016 il “bestiario” verbale del mondo politico italiano si è presentato ricco di contributi. E come la vendemmia, le castagne e l’influenza, è un appuntamento stagionale fisso raccogliere alcune delle perle che hanno cadenzato l’anno appena trascorso. I temi caldi che hanno fatto caracollare i politici sono stati le unioni civili, le elezioni amministrative in alcune città e il referendum per la riforma costituzionale: negli annali degli archivi parlamentari resteranno indubbiamente la locuzione “stepchild adoption”, declinata nelle forme più bislacche, e le cantonate, più o meno gravi, sulla Costituzione. Ma non mancano anche citazioni capestro, errori di geografia, congiuntivi rivisitati, annunci apodittici a cui, come è consuetudine nello stivale, non ha fatto seguito nulla. In questo blob abbiamo racimolato alcuni dei frammenti più grotteschi e al contempo desolanti dell’annata politica appena passata: un’antologia video esemplare di come la “res publica” italiana non sia molto cambiata da venti anni a questa parte.

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