Un messaggio audio che paventa attentati in centri commerciali e Outlet diventa virale su WhatsApp. A registrarlo e a farlo circolare è stata una donna di 43 anni, di Udine, che si è poi presentata nella serata di ieri alla Questura del capoluogo friulano ammettendo di essere l’autrice. “L’ho fatto con leggerezza, inconsapevole delle conseguenze” si è giustificata la donna che aveva inviato l’audio a un gruppo di mamme che a loro volta lo avevano fatto circolare, complice il clima di allerta dopo i recenti attentati a Berlino e Istanbul.

La procura di Udine ha dunque aperto un fascicolo a carico della donna di 43 anni, residente a Pasian di Prato, indagata per procurato allarme. “Chiunque voglia emulare simili comportamenti sappia che la strada tracciata è questa – ha ammonito il procuratore capo Antonio De Nicolo. “Vogliamo evitare che diventino comportamenti virali. Oltre a diffondere il panico, è un atteggiamento pericoloso perché rischia di svalutare la notizia di una minaccia effettiva che dovesse realmente verificarsi. Se veramente qualcuno ha notizie precise c’è un modo sicuro per parteciparle a chi ha il dovere di intervenire ed è quello di presentarsi alle forze dell’ordine che hanno il potere di non svelare e proteggere la fonte”, ha aggiunto il Procuratore capo.

La Procura ha inoltre disposto una perquisizione nei confronti della donna che ha portato al sequestro di tutti i dispositivi elettronici, computer e cellulare, in suo possesso. I dispositivi verranno attentamente analizzati per verificare se per caso la donna abbia ricevuto notizie precise in merito a eventuali attentati. Nel caso dovessero emergere elementi di sospetto, il caso verrà segnalato alla Procura distrettuale di Trieste, competente in materia di terrorismo. Non è escluso che altre persone possano essere coinvolte nell’indagine.

Ma se da una parte l’ufficio inquirente friulano indaga la donna per procurato allarme , dall’altra ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di rivelazione di segreto d’ufficio. L’indagine è legata alla diffusione della nota della Polizia di frontiera di Tarvisio, sempre in provincia di Udine, con cui era stata diramata alle forze del territorio la comunicazione diffusa il primo gennaio dal Viminale per un possibile attacco terroristico di matrice islamica con droni o auto rubate. Una fotografia della nota ha cominciato a circolare nelle scorse ore in gruppi su WhatsApp, ed è stata ricevuta anche dal cellulare di un ufficiale della Polizia giudiziaria in servizio in Procura, che ha stilato una relazione di servizio e ha dato origine all’indagine. Il procuratore De Nicolo mantiene il massimo riserbo sull’indagine e non intende chiarire se sia già stato identificato chi ha diffuso l’immagine: “Una volta inviata una foto, un video o un commento, scritto o sonoro – ha detto oggi – questi escono dalla disponibilità di chi li ha creati e possono essere divulgati con migliaia di canali diversi. Non si può più tornare indietro, e soprattutto l’autore è e rimane identificabile”.

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