fezzani
Moez Ben Abdelkader Fezzani è considerato una delle figure di primo piano del terrorismo internazionale. Da al-Qaida è passato all’Isis. In Italia deve scontare una condanna perché considerato il capo della cellula islamista radicata a Milano nei primi anni Duemila

Fezzani, da balordo a Milano a colonnello del jihad globale
Ed è proprio ascoltando i suo sermoni che Moez Ben Abdelkader Fezzani si redime. Da piccolo spacciatore, Abu Nassim (questo il suo nome di battaglia) diventa un colonnello del jihad. Prima in al-Qaida, poi nell’Isis. Ma la sua carriera ha inizio proprio a Milano. Tunisino, classe ’69. Subito dopo l’arrivo in Italia vagabonda di città in città. Nel capoluogo lombardo si confonde tra i tanti balordi che vivono smerciando hashish. Fino a quando non inizia a bazzicare la moschea di viale Jenner. Qui rimane affascinato dal carisma di Shaban. Decide così di chiudere con la strada e di seguire il suo mentore nei Balcani, dove – anche lui come Bosnic – si arruola nel battaglione islamico. La guerra è finita. Ma Fezzani non molla il fucile e aderisce subito alla battaglia globale contro i crociati. Le trincee si moltiplicano. Le strategie mutano. Lui resta in prima linea. Acquista sempre più prestigio ed entra negli alti ranghi della connection del terrore. Diventa un fantasma. Ma puntualmente si materializza in tutti i fronti aperti nel mondo. Pakistan, Siria, Libia. Il suo nome è in cima alla lista dei servizi segreti di decine di stati. Usa in testa. A novembre dello scorso anno appare nei radar degli 007 italiani che lo catturano in Sudan. Subito dopo viene estradato nel suo paese perché è sospettato di essere una delle menti delle stragi al museo Bardo e all’Hotel Imperial di Sousse. Non solo. Perché in Tunisia Fezzani è stato uno dei capi di Ansar Al Sharia, formazione satellite della rete di Bin Laden. Anche l’Italia lo vorrebbe. Per il nostro Paese, infatti, è un latitante. Deve scontare la condanna a cinque anni e otto mesi ottenuta nel 2014 dalla Procura generale di Milano. Secondo i magistrati, tra il 1997 e il 2001, è il capo della cellula italiana del Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento. Una metastasi ben radicata sotto la Madonnina proprio alla vigilia dell’11 settembre. Quella di Fezzani è una delle prime grandi inchieste sul terrorismo a Milano. L’incipit del grande romanzo nero del jihad in Lombardia.

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Reclutatori Isis, combattenti e aspiranti kamikaze: il grande romanzo nero del jihad è in Lombardia – Le storie

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