Masturbarsi in ufficio fa lavorare meglio. Oramai l’ondata di confessioni masturbatorie al posto della pausa caffè, o dei cinque minuti per la sigaretta, durante l’orario di lavoro, sta diventando la regola. Sondaggi, pareri, consigli, e certezze sul tema arrivano come sempre dei siti web d’oltreoceano dove discutere di sessualità non sconta i tabù ancora presenti in mezza Europa. Partiamo da un’indagine compiuta dalla rivista Glamour. Il luogo dove ci si masturba di più, parliamo del 41% degli intervistati tra mille uomini, è l’ufficio, o il posto di lavoro in generale dove si passa la giornata. In un altro recentissimo articolo del sito Vice.com le confessioni di impiegati, quadri, liberi professionisti e delle loro “pause” sul posto di lavoro fioccano come nespole.  C’è chi opta per una rapida masturbazione in modo da risultare più concentrati nelle mansioni da affrontare successivamente, e chi lo fa per alleviare stress e calmarsi dopo durissime prove appena superate. Tra le tante dichiarazioni arrivate a Vice, anche quelle di diverse donne. Tra queste una giovane spiega di essersi masturbata in ufficio come “atto di ribellione”, ma suggerisce di non farlo spesso: “Non per ragioni morali, ma perché la masturbazione non dovrebbe essere una cosa che si fa in tutta fretta in un posto che si odia”. C’è poi la storia di Veronica Vain che ha lavorato fino al 2015 presso la Lazar Asset Management di Wall Street. La noia però la assaliva quotidianamente tanto da portarla a lunghe pause al bagno dove ha iniziato regolarmente a praticare autoerotismo, a scattarsi foto e girare video di suddette pratiche, fino a metterle tutte in rete. Così è arrivato sì il licenziamento in tronco da parte dell’azienda, ma è anche iniziata una carriera di pornostar a partire dall’esordio in “casa” di Screwing Wall Street. Del resto è proprio Matthew McConaughey, broker senza scrupoli in The wolf of Wall Street di Martin Scorsese a raccontare al neo assunto Leonardo DiCaprio: “Io me ne faccio una la mattina dopo la ginnastica, e una dopo pranzo. Lo faccio perché mi serve. Hai a che fare numeri tutto il giorno, fottuti numeri, sono cazzi acidi per la materia grigia che abbiano in testa. Con una toccatina invece mantieni il sangue fluido. Se non lo fai non hai più equilibrio, o peggio implodi. Precipitati in bagno e fattene una ogni volta che puoi”.

Jerk off o fapping, come dicono negli Stati Uniti, l’importante è masturbarsi durante le ore di lavoro. Mansione che può perfino essere pratica dell’elitario mondo intellettuale come ricordano in diverse testimonianze celebri scrittori. Nel 1848 durante la prima stesura de Le tentazioni di Sant’Antonio Gustave Flaubert scrisse ad un amico che mentre era in preda a dolori lancinanti alla testa, frustato e desolato, ha cominciato a masturbarsi (finendo probabilmente il libro ndr). Due signori come Honoré de Balzac e D.H. Lawrence la pensavano diversamente e pure cedendo anch’essi al reiterato vizietto autoinflitto, eccoli spiegare che l’atto in sé li “svuotava di energie per creare”. In una lettera del 1930 Thomas Wolfe, invece, rammentò al suo editore che mentre stava scrivendo il suo primo libro, Look homeward angel, si era improvvisamente ritrovato nudo davanti alla finestra di casa a “trastullarsi” il pene. Ebbene ciò che è avvenuto dopo è comprensibile e logico. Entusiasta il commento di Wolfe: “Dopo mi rimisi a scrivere con sorprendente facilità, velocità e sicurezza”.

C’è però chi ancora crede alla leggenda della masturbazione che porta dritti alla cecità come il gruppo No Fap, 160mila follower su Reddit, vero e proprio manifesto della dannosità della masturbazione, con tanto di invito per il nuovo anno a non toccarsi mai per l’intero mese di gennaio 2017 perché il “fapping è nemico del progresso, della produttività e della felicità”. Di tutt’altro avviso i cinque consigli del sito Bustle.com. Ne segnaliamo uno, magari un po’ troppo tradizionale: masturbarsi la sera, con calma, sul proprio letto, quando “non si è sotto pressione lavorativa” ricordandosi sempre che “ci si sta prendendo cura della propria salute”.

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