I dipendenti del Consorzio di Bonifica di Ragusa sono senza stipendio da circa sei mesi e per questo sono in assemblea permanente dallo scorso 14 dicembre per chiedere l’intervento economico della Regione che si è impegnata a pagare due mensilità quando ci sarà disponibilità di cassa. Ma ai lavoratori non basta. Così come tanti altri carrozzoni politici presenti in Sicilia, in evidente sovrannumero di dipendenti, anche il Consorzio di Bonifica di Ragusa sta per implodere, ma per una parte di sindacato e della politica vi sono delle responsabilità gravissime di gestione imputabili ai vertici dell’Ente.

Sotto la lente, in particolare, è finito l’operato del direttore del Consorzio, Giovanni Cosentini, ex vicesindaco del Comune di Ragusa e politico di rilievo in provincia, vicino all’ex presidente della Regione Totò Cuffaro, tornato libero un anno fa dopo aver scontato la pena per favoreggiamento con l’aggravante mafiosa. A Cosentini viene contestato soprattutto di aver gestito il Consorzio da circa vent’anni a proprio piacimento e di aver sperperato ingiustificatamente milioni di euro grazie alla connivenza dei Commissari straordinari che si sono succeduti nel corso degli anni.

Che il direttore del Consorzio abbia una notevole influenza sulle decisioni che contano lo si evince, ad esempio, dalla scelta di opporsi al reintegro di una ventina di dipendenti che in secondo grado di giudizio hanno ottenuto il riconoscimento del rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Nonostante la sentenza esecutiva, i lavoratori vengono lasciati a casa con l’aggravante che dovranno essere comunque pagati per via dell’accoglimento, da parte del giudice, dell’istanza di ingiunzione di pagamento a partire dalla data di pubblicazione della sentenza. Di fronte a una situazione analoga, al Consorzio di Bonifica di Enna il Commissario Giuseppe Margiotta (lo stesso di Ragusa) ha optato per il reintegro dei dipendenti, pur trattandosi di sentenza di primo grado, “per evitare – ha scritto – il profilarsi di danno erariale in attesa dell’appello”.

Sull’operato di Cosentini è stato presentato un esposto in Procura dalla deputata del Movimento 5 Stelle, Vanessa Ferreri, ma esiste anche un dossier della Cgil che denuncia “scelte inaccettabili e gravissime dei responsabili dell’Ente”. Una delle ultime determine contestate è quella del gennaio 2015 con cui Cosentini attribuisce a se stesso un compenso speciale di 46mila 500 euro, in aggiunta allo stipendio annuo di 107mila euro, commisurato ad uno straordinario di 750 ore. “Si tratta di una cifra spropositata – spiega a ilfattoquotidiano.it Salvatore Carpintieri, segretario della Flai-Cgil Ragusa – tre volte più del limite disposto dalle direttive regionali che hanno stabilito che tale compenso ‘eventuale’ non può superare il limite massimo di 250 ore”. Per Vanessa Ferreri vi sono poi ancora una sfilza di delibere e determine che meritano attenzione da parte del Procuratore regionale della Corte dei Conti della Sicilia; scelte che, secondo la deputata grillina, avrebbero provocato danno erariale e che evidenziano una serie di presunti abusi da verificare.

Tra le altre scelte contestate a Cosentini vi sono il sistematico e indiscriminato ricorso a prestazioni straordinarie, il riconoscimento (per alcuni dipendenti) di un nuovo status economico, il ricorso a consulenze esterne conferite a ex dipendenti in pensione, eccessivi rimborsi spese e indennità chilometriche. Singolare appare poi il pagamento, avvenuto con determina del direttore nel giugno del 2014, di 13mila euro in favore di un dipendente come rimborso per il danneggiamento della propria auto privata in seguito ad incidente stradale. “Il fatto – scrive nell’esposto Vanessa Ferreri – è che questo dipendente risulta assegnatario di automezzo messo a disposizione dall’Ente grazie al noleggio di 12 autovetture effettuato presso una società con sede a Torino che implica per il Consorzio un costo di 6 mila euro mensili”.

La Cgil accusa Cosentini anche per l’affidamento di un incarico professionale, per contenziosi di oltre 15 milioni di euro, conferito allo studio legale Compagno di Roma che annovera tra i collaboratori proprio la figlia del direttore del Consorzio di Bonifica. Con nota inviata alla Cgil il 18 settembre 2015, il direttore ha confermato il rapporto di collaborazione tra la figlia e lo studio della Capitale, precisando però che la donna svolgerebbe “mera attività di praticatantato” e che lo Studio Compagno “storicamente ha difeso i Consorzi di Bonifica in Sicilia con esiti altamente positivi”.

Giovanni Cosentini affida la replica a un documento di oltre cento pagine in cui respinge al mittente le accuse avanzate dal sindacato definendo quello di Carpintieri come “un meschino e pericoloso tentativo di depistaggio”, accusandolo “di voler alimentare il disagio sociale e fomentare l’odio tra i dipendenti e la dirigenza veicolando un messaggio falso del seguente tenore: mentre il personale dipendente non percepisce gli stipendi da diversi mesi, il direttore e i dirigenti liquidano a se stessi indennità, compensi ed altro”. Proprio riguardo al compenso speciale di 46mila 500 euro, Cosentini sostiene in sostanza che prima era necessario seguire le direttive della Regione, perché interveniva per il pagamento dei compensi speciali, cioè gli straordinari. Ora invece, argomenta il direttore nella lettera, dato che questa spesa è totalmente a carico del bilancio del Consorzio non ha più senso seguire le direttive della regione.

Cosentini definisce poi “pretestuose e calunniose” le accuse relative all’affidamento egli incarichi professionali. “Per questo – scrive nel documento – ho dato incarico all’avvocato di presentare querela per diffamazione a seguito delle cose dette e scritte dalla Cgil”.

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